Tanta volontà ed abnegazione ma con la Fiorentina arriva un pari, che non sembra poter cambiare il destino dell’undici biancorosso.
Il merito dei ragazzi di Mutti è stato quello di metter in campo la grinta e la rabbia, non pervenute nel match di Roma contro la Lazio. Il goal capolavoro di Ghezzal consente ai galletti di recuperare un po’ di credito presso una tifoseria, sempre più delusa dalla piega presa dalla stagione della Bari.
Al di là della pochezza dei contenuti calcistici, la gara contro i viola sarà ricordata soprattutto per la tanto clamorosa quanto civile contestazione, partita con cori di scherno verso presidenza e la squadra per culminare nella “panolada”di fazzoletti e mezzi di fortuna( giornaletti distribuiti alla stadio e quant’altro servisse a rendere l’idea del malcontento che serpeggia nella piazza barese).
Il clima surreale in cui si è disputato l’incontro con Gilardino e compagni ripropone in tutta la sua crudezza il leitmotiv dell’assoluta inadeguatezza della società rispetto alle ambizioni di una tifoseria esigente e calorosa come quella barese.
Il mercato di riparazione dello scorso campionato avrebbe dovuto segnare una svolta nella storia della società di Via Torrebella, che,invece, non ha saputo cavalcare l’onda di un campionato al di sopra di ogni aspettativa. I presunti rinforzi si sono rivelati inutili nello scacchiere biancorosso. Né è apparso all’altezza il mercato estivo, che alle riconferme dei prezzi pregiati Almiron e Barreto non ha unito l’acquisto di uomini di qualità atto a rimpolpare una rosa numericamente esigua e bisognosa di innesti che elevassero il tasso qualitativo.
Il resto è storia dei nostri giorni, con il Bari relegato all’ultimo posto in classifica, che si trascina stancamente verso una retrocessione amara e, per vero, inaspettata.
Agli occhi degli appassionati baresi è risultato evidente che si è persa un’occasione propizia per spiccare il tanto agognato salto di qualità, verso quell’Europa, che oggi,retrocessione alla mano, appare un atroce segno del destino. Quasi che qui a Bari ci si debba rassegnare al solito sali e scendi dalla B alla A, senza poter ambire a traguardi più ambiziosi, che una città con un ampio bacino d’utenza meriterebbe.
Facile,allora, puntare il dito verso una dirigenza i cui obiettivi non collimano con le aspettative dei tifosi. In realtà, nei trent’anni alla guida dei galletti i Matarrese spesso non hanno voluto ma neanche potuto effettuare corposi investimenti nel club biancorosso.
È evidente, quindi, che così come si debbano sollevare delle riserve sulla gestione della squadra da parte della famiglia Matarrese, cui è da imputare la scarsa voglia di rischiare qualcosa di più di una risicata permanenza, al contempo sia da mettere in risalto l’assoluta indifferenza della imprenditoria locale e nazionale verso la nostra amata Bari.
Invero, anche negli anni in cui il presidente si è detto,almeno formalmente,disposto a passare la mano alla porta di via Torrebella hanno bussato solo personaggi di dubbio spessore, animati dall’intento di farsi pubblicità a discapito della passione dei tifosi.
Oggi più che mai, con il baratro della B ad un passo, la speranza di chi veramente ama i colori biancorossi è che arrivi al più presto un acquirente animato dalle più serie intenzioni, che restituisca ad una città ferita la gioia e l’esaltazione, accarezzate per quasi due anni e che ora hanno lasciato il posto a rabbia e delusione.
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