Ci risiamo, anche questa settimana siamo costretti a commentare l’ennesima sconfitta dei galletti, la settima in otto giornate, con il punticino racimolato a Verona, che non cambia la sostanza di una classifica sempre più deficitaria.
Certo, la sconfitta di Catania era da mettere in preventivo, viste le defezioni con cui Ventura ha dovuto fare i conti. Eppure, la prima frazione di gioco lasciava presagire che si potesse uscire imbattuti dal Massimino, speranza corroborata dall’espulsione del bomber Maxi Lopez. Purtroppo, però, la solita disattenzione su calcio piazzato ha dato i tre punti agli uomini di Giampaolo.
Encomiabile l’impegno profuso dai biancorossi e confortanti le prove di Belmonte e Rossi, quest’ultimo apparso in netta crescita. Buona anche la gara di Pulzetti che, schierato nella zona nevralgica, in un ruolo a lui più congeniale, ha dimostrato di poter essere utile alla causa.
I problemi, invece, si evidenziano in attacco, e non può essere altrimenti se consideriamo che l’unico attaccante di ruolo a disposizione è Caputo, ancora troppo acerbo per il palcoscenico della massima serie.
Ventura, sempre fedele al suo 4-4-2, gli ha affiancato un Alvarez che si è sistematicamente incaponito nel voler saltare l’intera difesa avversaria ed effetuare tiri in porta, che definire pretestuosi, sarebbe poco.
Proprio la situazione del reparto avanzato è quella che desta maggiori preoccupazioni. Alle porte c’è la sfida decisiva con il Cesena di Ficcadenti e per tornare ad assaporare il dolce sapore della vittoria (smarrita ormai dal lontano 26 settembre 2010), servirà qualcosa in più dei tanto generosi, quanto sterili, tentativi di assalto alla porta catanese.
Sotto questo profilo non resta che affidarsi alle sapienti mani di medici e massaggiatori dello staff biancorosso, che si auspica possa rimettere in piedi almeno il generale Kutuzov, senza dubbio non un autentico goleador, ma in ogni caso in grado di incrementare il peso specifico dell’attacco barese.
Al di là della retorica e delle frasi di circostanza, contro i romagnoli la vittoria è fondamentale. Perché se è vero che, a detta di mister libidine, questo Bari tornerà presto a stupire e che la classifica, estremamente corta, non rende impossibile una rimonta dei galletti, dall’altra parte è necessario che si passi dalle parole ai fatti, dando dei segnali concreti di risalita verso le zone più nobili della graduatoria.
L’esiguo numero di attaccanti a disposizione complica maledettamente i piani di Ventura. È evidente che il solo Caputo lì davanti non possa impensierire la retroguardia del Cesena, ragion per cui è il momento che i veri o presunti uomini cardine della squadra si prendano le loro responsabilità. I vari Almiron, Donati, Alvarez domenica sono chiamati ad una prestazione sopra le righe, che giustifichi anche i sacrifici compiuti dalla società per il loro acquisto o per la loro riconferma.
Il resto lo farà il pubblico del S. Nicola, sperando possa rivelarsi il dodicesimo uomo in campo. Per conquistare l’intera posta in palio il Bari ha bisogno della torcida biancorossa. La serie A è un bene di tutta la città: difendiamola!
Autore: Paola Calamita
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