Un piatto succulento quello che nell’anticipo domenicale delle 12.30 i ragazzi biancorossi hanno proposto ai loro tifosi. Grinta, cuore ed orgoglio sono stati gli ingredienti alla base di un pareggio, che senza lo zampino del folletto di Bari vecchia sarebbe stata una vittoria tanto insperata quanto meritata. Vero è che se Almiron non avesse malamente messo fuori il delizioso pallone fornitogli da Huseklepp, adesso saremmo qui a parlare di un’ impresa dalle enormi proporzioni. Purtroppo, però, il destino ha voluto che proprio l’ex idolo barese Cassano spezzasse i sogni dei galletti, riportando il match in parità.
L’ottima prestazione dei ragazzi di Mutti accresce il rammarico per un cambio in panchina forse troppo tardivo. È evidente che dall’arrivo dell’tecnico bergamasco la squadra sia cresciuta fisicamente e, in particolare, abbia ritrovato una voglia di lottare, smarrita nelle ultime gare della gestione Ventura.
Il pari di S. Siro ha messo in luce quella rabbia e gagliardia indispensabili per strappare un risultato positivo contro un avversario senza dubbio superiore tecnicamente e dal quale ci separano la bellezza di 45 punti.
Un Bari così ha sorpreso un po’ tutti, specie quei baresi animati dalla doppia fede biancorossa e milanista, che speravano di trovarsi di fronte una squadra dimessa, per volare a più sette sui rivali cugini interisti.
Che l’aperitivo domenicale non sarebbe stato così piacevole per loro lo si è capito subito: prima il goal del vantaggio barese, poi l’espulsione del nervosissimo Ibrahimovic, reo di aver colpito con una manata il povero Marco Rossi, in realtà non nuovo a questa esperienza, dopo il pugno preso dall’interista Chivu.
In mezzo, le straordinarie parate dell’estremo difensore biancorosso Gillet, che si è opposto più volte ai tentativi dei diavoli di scardinare il fortino dei galletti.
Merito, dunque, di Masiello e soci se la lotta scudetto può dirsi ancora aperta, con buona pace dei cosiddetti doppiofedisti, che si aspettavano un regalo tricolore dalla squadra della loro città e che, al contrario, dovranno tribolare ancora per conquistare l’ambito scudetto.
E già, perché il punticino conquistato a Milano sarà pure inutile ma ripaga i bocconi amari che i veri ed autentici tifosi biancorossi hanno dovuto ingoiare nelle partite casalinghe con le big, Milan compreso.
Alzi la mano, infatti, chi non è stato infastidito dalle esultanze dei baresi travestiti da milanisti, incuranti del fatto che la squadra della loro città stesse sprofondando nel baratro della B.
Ecco, allora, il motivo per cui il pareggio contro gli uomini di Allegri, sebbene ininfluente ai fini della classifica e della salvezza, assume un valore inestimabile per la dignità dei supporters biancorossi, che per un pomeriggio si sono tolti la soddisfazione di vanificare le speranze di chi, all’amore per i colori della propria città, preferisce i facili successi delle squadre di blasone.
D’ora in avanti chiunque dovrà affrontare i galletti non incorrerà nell’errore di pensare ad un gruppo disposto ad assumere il ruolo di vittima sacrificale.
Il Bari di Mutti sarà pure ad un passo dalla B, ma ha ancora voglia di lottare per chi dal prossimo anno sarà ancora lì a trepidare per la conquista di uno scudetto chiamato serie A.
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