Bari-Lecce. In molti l'hanno ribattezzata la "partita della vergogna". Il 10 maggio 2011 va in scena la penultima di campionato. I galletti stanno per congedarsi mestamente dalla serie A e intendono farlo nel migliore dei modi. C'è il derby con i cugini giallorossi: un successo potrebbe restituire dignità ad una stagione disgraziata. Accade l'esatto contrario: il Bari viene sconfitto in casa e saluta la massima serie. Tra i protagonisti di quel derby c'è Andrea Masiello, autore dell'autorete decisiva che spiana la strada ai salentini verso la vittoria. Quell'infortunio resterà nella storia biancorossa quale simbolo di una passione tradita.

Il giudice del Tribunale di Bari Valeria Spagnoletti ha illustrato i motivi per cui quel derby è stato truccato indicando le ragioni logiche e giuridiche che lo hanno condotto a condannare a 1 anno e 6 mesi di reclusione sia l'ex patron del Lecce Pierandrea Semeraro sia l'imprenditore salentino Carlo Quarta, nonché a 9 mesi di carcere uno degli amici di Masiello, Marcello Di Lorenzo con l'accusa di frode sportiva ai danni dei tifosi baresi e salentini, parte civile del processo assieme a Figc e Consumatori: "Non si trattava di una partita qualsiasi, - ha spiegato il giudice - bensì del derby, quella più attesa e sentita dell'intera stagione calcistica in ragione oltre che del notorio fascino per gli appassionati di sport della cosiddetta gara di campanile, della tradizionale e imperitura contrapposizione sportiva tra le opposte tifoserie delle due squadre". Una circostanza che secondo quanto specificato rende "immediatamente apprezzabile come la sofferenza nell'apprendere che la partita era stata truccata sia stata ben più grave e profonda di quanto avrebbe potuta esserlo in relazione a qualsiasi incontro di calcio della propria squadra del cuore". Sia per i circa 200 supporters baresi, sia quelli leccesi il patimento per "aver smarrito i propri valori sportivi e mutato in senso peggiorativo le proprie abitudini di vita".

Condannato in primo grado per il derby comprato dai salentini con una somma pari a 200 mila euro l'allora patron giallorosso Semeraro, ovvero "l'effettivo contraente in nome e per conto del quale è stata conclusa la combine. I rapporti diretti nella trattativa e nella conclusione dell'accordo intercorrono tra Gianni Carella (ex amico di Masiello) e Quarta. Tuttavia è anche evidente come Quarta non agisca in proprio ma nell'interesse di Semeraro, e Carella svolga il ruolo di portavoce della proposta criminosa indirizzata a Masiello. Semeraro è fortemente interessato ad assicurarsi, nella sua qualità di presidente del Lecce, la sconfitta del Bari nel derby. In una stagione ormai compromessa (quella 2010-2011, ndr) - prosegue il giudice - tra la pochezza del Bari e la defezione dei suoi compagni, quell'autogol è la firma del derby truccato".

Sezione: News / Data: Ven 27 febbraio 2015 alle 10:00
Autore: Redazione TuttoBari
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