Emergenza difesa. Mai come in questo campionato le lacune del reparto arretrato stanno causando diversi problemi in casa Bari, soprattutto a livello di risultati oltre che di solidità. Ciò che preoccupa sono la facilità e la costanza con cui la retroguardia barese subisce gol a causa di errori di approccio alla gara o più semplicemente per colpa di ingenuità difensive, come accaduto a Varese e nell'ultima sfida contro il Pescara.

Queste prime undici giornate di campionato hanno quindi evidenziato come la difesa sia una vera e propria spina nel fianco per la compagine pugliese: 13 i gol subiti, 10 dei quali nelle ultime 7 giornate. Ed è proprio a partire dalla trasferta di Vicenza che il Bari subisce almeno un gol a partita. Non un buon segnale per una squadra partita con ambizioni di alta classifica.

Le buone prestazioni di Stefano Sabelli e dell'esperto centrale difensivo Matteo Contini - sin qui felice rivelazione per il Bari - fanno da contraltare con l'incostanza di Calderoni e dei neo acquisti, in particolare Ligi e Rossini, apparsi in difficoltà quando chiamati in causa. Ed è proprio dalle loro disattenzioni che sono maturate la vittoria del Varese ed il momentaneo vantaggio degli abruzzesi con Memushaj su calcio di rigore.

Inevitabili sorgono dunque riflessioni. C'è ancora tanto da lavorare: dai meccanismi difensivi all'atteggiamento di gara, in attesa del mercato di riparazione. Qualcuno già inizia a rimpiangere la coppia centrale della scorsa stagione composta da Polenta e Ceppitelli, ed i precedenti storici in tal senso non aiutano. Non sempre infatti avere un attacco prolifico garantisce risultati, se non si ha un'adeguata copertura difensiva. Emblematica in tal senso la stagione 1995/96. Il Bari retrocesse avendo in squadra il capocannoniere della A (Protti, con 24 gol), ma anche la penultima difesa del campionato, 71 le reti subite dai galletti.

Sezione: News / Data: Gio 30 ottobre 2014 alle 22:30
Autore: Domenico Brandonisio
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