Rafal Wolski al Bari. Sembrava un'impresa quasi impossibile visto lo spessore del club d'appartenenza e la qualità riconosciuta (anche sul mercato...) del calciatore. Il polacco, in fondo, non ancora compiuti 22 anni ha già nel suo curriculum un Europeo nella nazionale maggiore (quello giocato, peraltro in casa, nel 2012 ndr), e una ventina di gettoni in serie A con la Fiorentina. Trequartista adattabile, calciatore semplicemente talentuoso ed in grado di convincere tutti sulla bontà dell'affare. Fu pescato dai viola un anno e mezzo fa per una cifra superiore ai 2 milioni di euro.
Il Bari si è avvicinato nelle ultime ore, ma la trattativa non è ancora chiusa. Antonelli sta provando a strappare il sì di Pradè anche se non manca la concorrenza. Guardano con attenzione la situazione, nel frattempo, in Polonia, dove è nato e cresciuto Wolski, prima a Kozienice poi nella capitale Varsavia, lì dove è salito di fatto agli onori della cronaca.
Di lui parla oggi, ai nostri microfoni, Piotr Borkowski, giornalista della televisione nazionale polacca TVP.
Dagli Europei al Bari, in serie B. Che tipo di affare sarebbe per la squadra di Paparesta? "Un gran colpo, anche se per ora Wolski è più un giocatore della nazionale U-21 che della nazionale maggiore. Nella prima nazionale finora ha giocato solo quattro partite di cui una negli ultimi due anni, entrando per qualche minuto nell'amichevole contro la Germania prima dei mondiali. Wolski, anche se non è più giovanissimo, è il nostro futuro. Secondo me, quando giocherà 30 partite in campionato, potrà diventare uno dei pilastri anche della nostra nazionale, perchè ci manca molto in questo momento un trequartista di qualità. Abbiamo pochi giocatori come lui".
Qualità appunto. Cosa c'è da aspettarsi nel dettaglio tecnico? "Ha una buona gamba. E' un ragazzo fisicamente fragile ma molto mobile, con il dribbling nel dna. Non ha paura a fare cose straordinarie, anche se qualche volta si sbaglia. I suoi valori più grandi sono la tecnica e la visione del gioco".
Alla Fiorentina non era certo un titolare, ma si è ritagliato il suo spazio nonostante la giovane età. Non male... "In Polonia pensavamo che a Firenze potesse avere un ruolo persino più grande. Qualche esperto, vi assicuro, è rimasto deluso. Dobbiamo però renderci conto che un ragazzo fisicamente fragilissimo si è trasferito in uno dei più grandi club in Italia, con giocatori veramente fantastici. Le differenze tra il campionato polacco e italiano sono tante, tantissime. Partendo dalla preparazione, finendo alla tattica. Secondo me alla Fiorentina ha fatto quasi il suo massimo, il virtù degli avversari in prima squadra che ha incontrato. Wolski, peraltro, è anche una persona molto silenziosa e timida, il suo adattamento non era facilissimo".
Torniamo ai suoi esordi locali. La scintilla è scoccata a Varsavia... "Wolski era molto popolare quando ha giocato nel Legia. Nel nostro campionato, diciamo più debole, presentava ovviamente qualcosa di extra e speciale, con le sue qualità tecniche, il suo dribling, senza paura di nessuno e senza complessi. Era come l’aria fresca: i tifosi del Legia lo amavano e penso che lo amano ancora in questo momento. A 19 anni era nella squadra della Polonia negli Europei. Non ha giocato nemmeno un minuto ma questo può essere visto come un segnale, presto potrà essere fondamentale".
Ruolo. Cosa cambierebbe per Wolski dal 3-5-2 di Montella al 4-4-2 di Mangia? "Secondo me la migliore posizione per lui resta quella del 10. Ma se dovesse andare al Bari e il mister preferirà il 4-4-2, beh lui potrà giocare come ala o addirittura in attacco, un po' dietro la prima punta".
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