Giovanni Loseto è stato bandiera del Bari. Ancora oggi, da collaboratore tecnico, è riferimento nel mondo biancorosso. In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport spiega il suo rapporto con il club, nel giorno in cui il Bari festeggia 109 anni. "Il Bari è la mia vita. Il 16 febbraio compirò 54 anni: 28 li ho vissuti nel Bari. Da quando, 14enne, fui pescato dalla Rafaschieri (club giovanile, ndr). Il maestro Gravina, scomparso di recente, mi segnalò a Carlo Regalia e Mario Santececca. E cominciò tutto".

Gli aneddoti... "Agli inizi dicevano che ero lento. La domenica facevo il guardalinee, mentre i miei compagni giocavano. Con i mister Molfetta e Bindi ho trovato spazio, prima negli Allievi e poi nella squadra Beretti. Il mio allenatore? Enrico Catuzzi. Fu lui a farmi debuttare in biancorosso, gli ultimi 20’ di un Perugia­Bari (0-­2) del 19 dicembre 1982. La partita indimenticabile? La più bella, ma anche la beffa più atroce. Marcai benissimo Van Basten per 90’. Tenevamo testa al grande Milan di Sacchi, venivamo da 12 gare utili. Nel recupero, cross di Donadoni, andiamo in spaccata io e Van Basten. Aveva le gambe più lunghe e segnò: 30 dicembre ‘89".

A domanda su che effetto gli fa esser stato sorpassato da Gillet nella classifica di presenze in biancorosso, Loseto risponde: "Fastidio. Mi consolo perché so di essere il primo barese". E ha un sogno... "Rivedere la luce della serie A. Ho vinto tre campionati da calciatore, me ne manca uno da collaboratore tecnico".

Sezione: News / Data: Dom 15 gennaio 2017 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoBari
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