Se c'è una cosa sbagliata che si può dire di questo Bari è che non abbia un'identità. Perchè sì, un'identità ce l'ha eccome ed è quella tipica delle squadre molto canagliesche e poco spettacolari, che entrano a fatica nel cuore dei propri tifosi ma che turbano sovente le notti degli avversari. È una masnada di vecchi bucanieri, la truppa di Nicola, e Francesco Valiani ne è certamente uno dei suoi volti più emblematici.

Non era scontato che il centrocampista toscano si rivelasse subito così prezioso nei meccanismi della linea mediana biancorossa. Nessun dubbio sulle sue qualità, anche se forse c'è ancora chi teme che le sue 35 primavere chiedano il conto al prossimo inverno. Più probabilmente, però, il neoacquisto ha imparato col tempo la sapiente arte di gestire le proprie energie. Quel che è certo, comunque, è che in questo primo scorcio di stagione la sua vigilata esuberanza atletica e la sua puntuale diligenza tattica hanno costretto Nicola a rivedere i piani iniziali, che prevedevano un centrocampo a 3 con Romizi per lo più nei panni della mezzala e Porcari in cabina di regia. Potremmo dire che è un Bari a immagine e somiglianza di Valiani: non corre mai più del necessario, non vive di slanci pericolosi, colpisce solo quando ha l'impressione di poter affondare. Il volto dei galletti di oggi si rispecchia in tutto e per tutto in quello del suo centrocampista più utilizzato (450 minuti sin qui). 

L'unica sconfitta stagionale dei biancorossi è arrivata a Crotone e in quell'occasione Valiani ha visto la gara della panchina: se non la prova della sua indispensabilità, certamente un indizio della sua importanza. C'è un dato che colpisce nella carriera del pistoiese: dovunque ha giocato è sempre stato titolare (suo record negativo, considerando le stagioni iniziate e terminate con la stessa maglia, i 22 gettoni - conditi da due gol - a Siena, stagione 2012-2013, in Serie A). Insomma, Nicola stravede per lui, ma non è il primo ad affezionarsi a questo ormai brizzolato cocco degli allenatori. Chapeau.

Sezione: News / Data: Lun 05 ottobre 2015 alle 16:45
Autore: Diego Fiore
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