"Adesso cambierò qualcosa". Queste le parole con cui Vincenzo Torrente ha concluso sabato scorso la sua analisi dopo la sconfitta del suo Bari contro il Novara per 3-1. Una disamina lucida e condivisibile quella dell'allenatore biancorosso, soprattutto alla luce della pessima prestazione offerta dai suoi ragazzi, arrivata dopo quella altrettanto sciapita consumata contro lo Spezia dieci giorni fa. 

Nove gol subiti nelle ultime tre partite di campionato, ed un solo punto messo in cascina, sono un bilancio decisamente negativo anche per una squadra che, come quella biancorossa, ha nella salvezza il suo obiettivo sbandierato. Tante le critiche piovute sui difensori del galletto, che non sono, e non possono essere, gli unici responsabili di questa inaspettata fragilità. Se si subisce tanto è certamente colpa di tutti, attaccanti compresi, oggi meno lucidi rispetto a qualche settimana fa. Da qui, la necessità di cambiare, se non gli uomini almeno l'atteggiamento. Non sarà, infatti, il solo ed eventuale cambio tattico a ridare smalto ad un gruppo che, per una serie di motivi, sembra ora smarrito, ombra di se stesso e lontano parente di quello che, ad inizio anno, aveva strappato consensi per il bel gioco, e non solo per quello.

Tornare alla difesa a tre, con conseguente arricchimento della zona mediana del campo, potrebbe essere un'idea. Ma non basterà se gli undici in campo, già da Cesena, non sapranno riproporre le giuste motivazioni, la necessaria cattiveria, venuta meno dopo i tanti, forse troppi, complimenti piovuti da inizio campionato. Cosa cambierà, dunque, mister Torrente? Difficile dirlo. Potrebbe rinunciare ad un'attaccante, con un centrocampo a cinque che tanto, e bene, ha fatto ad inizio stagione. Ma basterà? 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 dicembre 2012 alle 20:30
Autore: Andrea Dipalo
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