Vedi Bari-Varese e ti rendi conto perfettamente di quello che è, ad oggi, il momento del Bari, in generale. Per la cronaca, è bastato il gran gol di Pucino alla compagine lombarda per espugnare un desolante, e desolato, 'San Nicola'. Un successo meritato dai ragazzi di mister Castori, meglio disposti in campo e bravi a non concedere nulla al Bari nemmeno in inferiorità numerica. Una vittoria che certifica lo stato di salute del Varese, sempre più lanciato verso gli alti piani di una classifca che, invece, per la squadra di Vincenzo Torrente si fa sempre più dura, in salita.

Complice anche i risultati arrivati dagli altri campi, il Bari è oggi quartultimo in solitaria. Una classifica da brividi, insomma, soprattutto se si pensa che, sino a qualche settimana fa, c'era qualcuno che sperava ancora in qualcosa di diverso rispetto ad una salvezza tranquilla, ora messa a dura prova da performance scadenti, di bassissima qualità. Anche contro il Varese, il Bari non ha confezionato nemmeno un tiro in porta, fatta eccezione per il palo colpito da Ceppitelli nel finale, a sconfitta quasi acquisita e con gli avversari in inferiorità numerica.

Sul banco degli imputati, ora, ci finiscono tutti. Ma proprio tutti. Un cambiamento così radicale rispetto al Bari di inizio stagione (quello, per intenderci, che viaggiava a ritmo promozione) è difficile da capire, e giustificare. Qui la barca prede acqua da tutte le parti. Un gioco, vero marchio di fabbrica negli ultimi mesi del 2012, spaventosamente ed incredibilmente sparito, come tutti i suoi attori. Inutile fare nomi, la flessione ha colpito tutti, dal mister ai giocatori, svuotati nelle gambe e nella testa. Qual'è il male di questa creatura? A voi l'ardua sentenza...

Quello che resta dopo queste prime tre partire del nuovo anno, è un Bari in crisi di gioco, risultati e identità. Un Bari che, troppo presto, sembra aver tirato i remi in barca. Sta al mister in primis, e ai suoi giocatori, trovare la strada giusta per uscire da questo momento difficile, dalla sabbie mobili della zona rossa della classifica, diventata davvero deficitaria e pericolosa.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 09 febbraio 2013 alle 18:15
Autore: Andrea Dipalo
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