Fu il perno del centrocampo del Bari, dal 1996 al 1998, in due annate fantastiche per i colori biancorossi, con una promozione dalla B alla A, ed una salvezza in massima serie.

Sergio Volpi, 70 presenze ed 8 reti con i galletti, racconta in esclusiva ai nostri microfoni le emozioni che gli ha regalato la piazza barese: “Quella che ha conquistato il salto di categoria era una  squadra forte, costruita per vincere, con gente come Ingesson, Garzya, Fontana, Guerrero. E giovani di valore, come Ventola, Di Vaio e Flachi. Passammo un momento di difficoltà, durante la stagione, che portò alla contestazione dei tifosi. Ma, ad aprile, con la vittoria nel derby con il Lecce, iniziammo una cavalcata travolgente, che ci condusse all’obiettivo, aiutati anche dall’esperienza di mister Fascetti. Il sostegno ritrovato dei tifosi e dell’ambiente, in quel contesto, fu molto importante.”

L’anno dopo, sempre con il coach viareggino alla guida, per il centrocampista si aprirono le porte del massimo campionato: “Debuttai in A in biancorosso, e furono altri mesi da ricordare. Un gruppo unito, che in campo dava fastidio a tante compagini più quotate. Ricordo uno spogliatoio molto unito. L’armadietto accanto al mio era quello del povero Klas. C’erano anche Phil Masinga, sempre con il sorriso stampato in faccia. E Franco Mancini, che sentiva la partita in maniera fortissima, e, nell’intervallo tra i due tempi, si chiudeva in bagno a fumare una sigaretta, per rilassarsi.”

Il legame con il capoluogo pugliese non si è mai spezzato, nonostante la distanza: “Vivo a Brescia, e, dal giorno in cui ho appeso le scarpette al chiodo, per diventare allenatore, non sono più tornato in zona. Ma rammento con affetto molte persone, e so per certo che, in serie C, i ragazzi di Vivarini sono solo di passaggio. Torneranno ben presto nel calcio che conta.”  

Sezione: Amarcord / Data: Mar 25 febbraio 2020 alle 20:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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