''Bari non sarà mai una succursale del Napoli'': quasi un mantra, più volte ripetuto da Aurelio de Laurentiis nella conferenza stampa di presentazione quuale nuovo presidente del Bari. Sembrava quasi voler fugare la più grande paura del tifo biancorosso, quella di diventare un'appendice del prestigioso club partenopeo, quasi una ''squadra B'' nella quale far crescere i giovani talenti azzurri. Eppure il nuovo patron non è il primo ad avere due squadre nelle sue mani, anzi, i casi simili nella storia del calcio italiano sono diversi.

Il primo, da questo punto di vista, fu Luciano Gaucci: lo storico presidente del Perugia, nel 1997 acquisì la Viterbese, regalando al club laziale una qualificazione in C1 ed una partecipazione ai playoff per la Serie B. Dopo soli tre anni, però, il presidente del Perugia lasciò Viterbo per passare nella più ambiziosa piazza di Catania, gestita dal 2000 al 2004, con una promozione in Serie.B. Gaucci, però, non volle limitarsi a due club ed acquisì, contemporanamentegli agli etnei, la Sambenedettere, che portò dalla D alla Serie C1.

Altro caso fu quello di Franco Sensi, che fu a lungo a caccia di squadre satelliti della Roma, che rilevò, senza grandi risultati, Foggia, Nizza e Palermo. Ebbe una multiproprietà anche Pietro Camilli che, dopo aver sfiorato la Serie A con il Grosseto, ha rilevato il Pisa, nel 2009, senza però ottenere grandi risultati.

Non è stata una vera e propria multiproprietà, perchè la presidenza è rimasta nelle mani di un suo amico, ma da tempo il patron del Chelsea Roman Abramovič ha allungato le mani sul Vitesse, secondo molti utilizzandola esclusivamente come fucina per far crescere i propri talenti, frenandone l'ambizione. 

Più famoso è il caso di Claudio Lotito, presidente della Lazio dal 2004, divenuto, nel 2011, proprietario della Salernitana, squadra rilevata in Serie D e portata stabilmente in cadetteria. Quello del presidente dei biancocelesti, nonostante le lamentele di chi ritiene che abbia ''parcheggiato'' definitivamente la Salernitana in Serie B, può considerarsi un risultato positivo, ma l'unico vero successo è quello rappresentato da Giampaolo Pozzo, riuscito a portare Watford ed Udinese (per un breve periodo di tempo anche il Granada) ad alti livelli, centrando, con i friulani, per diverse volte la Champions League. Si tratta, è vero, di club in nazioni diverse e non in competizione fra loro, ma probabilmente rimane l'esempio virtuoso da dover seguire.

Sezione: Focus / Data: Dom 05 agosto 2018 alle 13:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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