Catuzzi ha lasciato un'impronta indelebile a Bari. Proprio un 6 maggio, del 1979, sedette per la prima volta sulla panchina barese. Carlo Regalia, diesse che lo ha voluto in Puglia, è stato quest'oggi intervistato da La Gazzetta del Mezzogiorno sull'argomento: "Un uomo rivoluzionario. Lo prendemmo dal Palermo per essere un punto di riferimento del settore giovanile, su segnalazione di Mario Santececca. Eravamo in crisi profonda e decidemmo di sostituire il tecnico Giulio Corsini. Non avevo dubbi sul fatto che Enrico si sarebbe fatto trovare pronto: è stato un vero innovatore, senza dubbio il primo a praticare il gioco a zona. Per certi versi, davvero la favola del Bari dei baresi nacque quel sei maggio di 41 anni fa".

"Nel 1981 lo richiamammo al posto di Renna e centrò un’altra permanenza in B in un frangente complicato. Poi decidemmo di puntare tutto sui giovani, dando vita a quella squadra ancora oggi così amata dai baresi. È stato il primo ad applicare l’organizzazione al calcio. Aveva un’idea di gioco basata sul movimento senza palla, sulla corsa, sull’intensità: parole puntualmente abusate nel calcio di oggi. Si parla molto di allenatori in grado di conferire un’identità: lui ci riusciva 40 anni fa", rimarca Regalia.

"Enrico era una persona riservata, ma vera e leale. Sapeva farsi amare dai suoi ragazzi. In molti di loro ha lasciato una traccia indelebile. La verità? Non è stato capito. Era davvero troppo avanti per quei tempi e per un calcio che si sarebbe evoluto soltanto successivamente. Gli è mancata la grande occasione e l’avrebbe meritata. Nel calcio serve anche la qualità ed il suo Bari ne aveva. Se avesse potuto guidare una squadra di A con buone doti tecniche, avrebbe ottenuto risultati sensazionali. Ma l’amore per quel suo Bari, seguito da oltre 20mila persone a partita e passato alla storia, è qualcosa che resterà per sempre", conclude Regalia.

Sezione: Gli ex / Data: Mer 06 maggio 2020 alle 13:30
Autore: Redazione TuttoBari
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