"Tu quoque, Brute, fili mi!" esclamava Giulio Cesare mentre veniva trafitto dai congiurati, riconoscendo fra i suoi assassini il volto dell'amato Bruto. La stessa sensazione l'hanno provata i tanti tifosi baresi ieri pomeriggio davanti alla tv, quando Marino Defendi - uno dei giocatori più rispettati e ben voluti passati dal capoluogo pugliese negli ultimi anni - condannava il suo Bari alla seconda sconfitta consecutiva.

Un gol che per la Ternana vale con ogni probabilità la Serie B. Proprio alle 16.51, quando Marino trafiggeva da consumato bomber d'area di rigore il gol del sorpasso, a Monopoli Zambataro pareggiava i conti con l'Avellino. Una coincidenza che ha spalancato il portone della cadetteria alle fere festanti a fine partita.

Defendi, che per sessanta minuti aveva dovuto sudare le proverbiali sette camicie per fermare uno scatenato Candellone, ha poi trascinato i suoi nel finale di gara. Complice un Bari progressivamente remissivo ed a corto di fiato, il capitano degli umbri ha spinto costantemente sulla sua fascia. La tripla sostituzione al minuto settantotto ha lasciato ai padroni di casa ancora più campo e così al 96' si è consumata la beffa atroce.

Un gol tanto bello quanto decisivo, che lo stesso Marino avrebbe voluto festeggiare a più non posso, Ma non è stato così. L'ex capitano biancorosso, in segno di rispetto, si è piantato in mezzo al campo immobile mentre i suoi compagni lo hanno travolto. Anche in questa occasione ha dimostrato di essere un campione.

Sezione: Gli ex / Data: Dom 14 marzo 2021 alle 15:00
Autore: Claudio Mele
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