200 vittorie in carriera. Giovanni Cornacchini ha centrato il traguardo domenica contro la Nocerina. "Tutte importanti e intrise di sofferenza. Anche quando vinci largo soffri lo stesso", dice oggi in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

A domanda se preferisce il Cornacchini allenatore o calciatore risponde... "L’allenatore. È un’attività che impegna 24 ore su 24. Devi pensare a tante cose, è più bello. Da calciatore, invece, dopo l’allenamento staccavo la spina". Sul suo Milan... "Funzionava tutto a meraviglia, in campo e fuori. E, dallo spogliatoio, non usciva nemmeno uno spiffero di qualche inevitabile diverbio. Il top. Non a caso vincemmo lo scudetto. Forse ora solo la Juve è a quei livelli. Perché andai via? Quando sei giovane pensi di capire, e invece non capisci. I grandi campioni del Milan mi avevano accolto bene, ma giocavo poco. Preferii andar via, pur avendo altri 2 anni di contratto. Solo un matto poteva scappare da quella realtà".

A Perugia rapporti tesi... "Con Gaucci il sistema non era complicato. O gli dicevi sempre di sì, oppure andavi in contrasto. Inevitabile. Sia chiaro, Perugia è stata la mia tappa migliore sul piano professionale. Facevo gol e i tifosi mi amavano. E meno male, perché con il presidente non potevo proprio andare d’accordo. Durante il mio primo anno, siamo stati 6 mesi in ritiro compreso il giorno di Natale...".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 04 dicembre 2018 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoBari
vedi letture
Print