La notizia è che Savino Tesoro, imprenditore di Spinazzola, ha firmato un contratto preliminare per l'acquisto del Lecce (CLICCA QUI). Dunque si può già da ora dire che i salentini hanno un nuovo patron? In verità la firma sul contratto definitivo arriverà, se tutto va bene, entro il 15 settembre e quindi è meglio andarci cauti, a maggior ragione considerando che i Semeraro sono coinvolti nello scandalo scommesse. In fondo pure Tim Barton firmò un preliminare, e poi si sa come andò a finire: l'americano si diede alla macchia e i baresi (tifosi, giornalisti e politici locali) fecero la figura dei fessi. Acqua passata, anche se poi le conseguenze di quella pantomima le si pagano ancora oggi. 

Salvo imprevisti dell'ultima ora, comunque, il nuovo proprietario del Lecce sarà un barese. Chissà con che spirito hanno appreso la notizia dalle parti di Sant'Oronzo. Quando il leccese Antonio Conte sbarcò a Bari molti puristi biancorossi storsero il naso: "e poi a un tratto l'amore scoppiò dappertutto", a dimostrazione del fatto che a nessun tifoso interessa l'albero genealogico di chi lo ha portato al trionfo. In ogni caso, ora occhio a Tesoro da Spinazzola, uno che in passato ha tentato la scalata al Livorno e al Torino. E il Bari? Pare non gli sia mai passato per la testa di rilevarne la proprietà. "Nemo propheta in patria", avrà pensato l'imprenditore pugliese. E a dire il vero Savino Tesoro profeta non lo è stato manco per niente anche al di fuori dei confini baresi. Il gruppo risiede oggi in Lombardia, a Busto Arsizio, per la precisione, ed  è proprio la Pro Patria di Busto Arsizio che nel 2009 rilevò, quando l'ormai indebitatissima società lombarda era sul punto di sparire dalle cartine geografiche del calcio italiano. Quali i risultati ottenuti alla guida dei lombardi? Stagione 2009-2010: i bustocchi retrocedono in Seconda Divisione. Nel settembre del 2010, poi, il presidente Antonio Tesoro si dimette per contrasti con suo padre Savino, proprietario del club. Di lì il caos: il patron manifesta l'intenzione di abbandonare baracca e burattini e minaccia di mettere in liquidazione la società, poi salvata per il rotto della cuffia grazie all'intervento dell'amministrazione comunale. Fine della storia. Fu vera gloria? Insomma, mica tanto. 

Ma anche al di fuori del mondo del calcio, Savino Tesoro ha qualche peccatuccio da farsi perdonare, come una condanna a due anni e sei mesi per truffa ai danni dello Stato e dell'Unione Europea prescritta in appello. Oddio, ora non facciamo tanto gli schizzinosi: basta leggere le biografie dei presidenti di molti club italiani per capire che per entrare nel mondo del calcio (e rimanerci) non è che serva averne combinate di ogni...però aiuta. Dunque, in bocca al lupo ai cugini di Lecce. Lì, a quanto pare, la musica, nel bene o nel male, pare che stia per cambiare. A Bari, invece, lo spartito è sempre quello. E i direttori d'orchestra sono spariti da un pezzo.  

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 24 giugno 2012 alle 16:30
Autore: Diego Fiore
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