Con il gol segnato all'Entella, Cristian Galano ha eguagliato il suo record di reti risalente al 2013/14, annata nella quale aveva visto il suo nome nei tabellini undici volte. Da allora Galano ha vissuto sull'altalena e non ha mai più ripetuto i numeri della meravigliosa stagione fallimentare, non dando mai l'impressione di gestire il suo talento in tutto l'arco di un campionato. Non è andata bene nel prosieguo dell'avventura a Bari e anche a Vicenza le cose non sono migliorate, nonostante un avvio promettente; ma l'esterno foggiano è ritornato in Puglia per un Bari-bis e sin dall'inizio ci è sembrato un giocatore diverso, più maturo. I nuovi sei mesi di apprendistato, con tanto di sette reti, sono serviti a restituire fiducia a un calciatore che con l'arrivo di Grosso si è trasformato nel suo modo di giocare.
PERCHÈ GALANO SEGNA DI PIÙ - La domanda da porsi, allora, è questa: perché Galano sta segnando di più?
Intanto perché è diventato un giocatore più freddo, capace di maturare un killer instict rimasto inesploso. È probabile che il ragazzo abbia sentito sulla propria pelle il rischio di non rendere visibile il suo talento nell'ultima parte dell'esperienza a Vicenza e che abbia sviluppato una cattiveria agonistica maggiore, capace di non alienarlo dalle partite (vedi la capacità di segnare anche a Brescia e a Chiavari, nel grigiore generale).
Ma l'aspetto che ha portato Galano a realizzare più reti ha come responsabile principale Fabio Grosso. Il campione del mondo del 2006 ha individuato in Galano il punto cardine della sua squadra e ha trovato il modo per esaltare al massimo le sue qualità in modo piuttosto atipico per le caratteristiche che abbiamo sempre associato alla carriera dell'esterno: in tutti questi anni abbiamo ricordato Galano come quello che fa i gol belli dalla distanza, con tiri a giro velenosi e giocate pazzesche, mentre quest'anno ha segnato sette dei suoi undici gol dal centro dell'area di rigore (otto se consideriamo il rigore all'Avellino). In questi mesi Galano ha aggiornato il suo repertorio e ha aggiunto alle sue chicche da esteta i gol di rapina, i gol di testa e i gol sporchi.
GALANO A CENTRO-AREA - Ma come siamo arrivati a vedere Galano al centro dell'area di rigore, territorio inesplorato negli anni scorsi? Le situazioni tipiche sono due: in primis l'idea di gioco di Grosso (indipendentemente dalla difesa a 3 o a 4) ha spesso chiesto alla mezz'ala di destra di allargarsi in coppia con il terzino e di conseguenza ha permesso a Galano di scalare verso il centro. Avendo a disposizione calciatori veloci e capaci di saltare l'uomo come Tello e Anderson (o Fiamozzi), la nuova posizione centrale di Galano lo ha portato spesso a tentare l'inserimento all'interno dell'area di rigore come un vero numero nove. Con ottimi risultati.
Un altro motivo per cui Galano è sempre più spesso a centro area è riconducibile al ruolo del centravanti nell'immaginario di Grosso, che fino ad ora ha quasi sempre preferito Cissè agli altri per la sua capacità di spalleggiare le difese avversarie, portarle fuori e all'occorrenza allargarsi sulla corsia esterna per permettere ai laterali di stringere centralmente (non è un caso se il secondo goleador biancorosso è Improta, un'altra ala). Un esempio vivido risale alla rete con cui Galano ha sbloccato il match di Salerno: Cissè è partito in contropiede sulla corsia di sinistra e poi ha pescato al centro il numero undici libero di battere a rete. Fino ad ora il centravanti è spesso tornato anche a centrocampo per impostare l'azione, ed è ciò che è successo anche all'esordio con il Cesena, quando Nenè è tornato indietro a impostare e da uno scambio con Tello ha propiziato il suggerimento decisivo per Improta. In quel caso Improta ha battuto a rete, ma anche lì Galano era appostato a centro-area per battere il portiere a testimonianza dl fatto che aldilà dei gol i prìncipi di gioco che legano Galano al gol sono radicati nell'idea di Grosso. E chissà che quest'anno non possa toccare quota venti per la prima volta.
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