Il calcio italiano è sempre più nel caos. La lotta intestina nei palazzi del potere mette seriamente a rischio la stagione 2018/2019. Sul banco degli imputati una gestione poco chiara del giocattolo calcio, troppo spesso utilizzato a proprio piacimento, con i colletti bianchi interessati più ai voti e alle poltrone, che a rendere il prodotto bello e competitivo. La legge è uguale per tutti? Non proprio. Esistono all'interno dei palazzi manovre, lodi e scorciatoie, che mettono di fatto un grosso punto interrogativo sulle regolarità dei campionati. 

Di estati calde il calcio italiano ne ha vissute, ma in questa sicuramente ha toccato il punto più basso. Troppe contraddizioni e troppe incertezze hanno ridotto il gioco più bello del mondo a scontrarsi più nei tribunali che sui campi di calcio. 

La crisi del calcio italiano parte dalla B: il fallimento di Avellino, Bari e Cesena ha scombussolato i piani di Balata & company, decretando di fatto una caterva di errori in successione con le altre leghe. Il motivo del contendere? I diritti Tv. Una serie B a 19 frutterebbe 15 milioni in più da dividere tra le 19 squadre e non 22. Poco male. A fare da sponda alla decisione “tranchant” della Lega cadetta è stata la parallela decisione del Collegio di Garanzia di accogliere l’istanza di sospensiva cautelare richiesta da Pro Vercelli, Ternana e Siena contro la sentenza `salva-illeciti´ del Tribunale federale nazionale e Corte d’appello della Figc, che di fatto aveva ammesso all’interno della speciale classifica dei requisiti per essere ripescati a seguito dei fallimenti, Novara e Catania, entrambi colpiti da sentenze per illecito negli ultimi tre anni. La decisione sarà presa dal Collegio di Frattini solo il 7 settembre, a campionato ampiamente iniziato. 

Ieri la svolta con il comunicato della Lega di serie B, che annunciava la compilazione del calendario con il format a 19 squadre. In un solo comunicato la Lega ha violato una tal quantità di regole che ricordarle tutte è quasi impossibile. Tra le principali violazioni, ad esempio, il cambio format deciso senza l'approvazione del Consiglio federale. La delibera va presentata e votata almeno due stagioni sportive prima, indicando specificamente il numero di retrocesse e di promosse.

Senza considerare le squadre, in attesa da oltre 40 giorni, di sapere la categoria nella quale giocheranno, con conseguente danno sul mercato. Insomma, una patata bollente di difficile soluzione, che ha incasinato anche la Lega Pro, con Bari e Avellino alla finestra. Senza dimenticare nella massima serie il Chievo che, grazie ad un vizio procedurale, è riuscito ad evitare la retrocessione. O il Parma, prima penalizzato di 5 punti per illecito sportivo, poi graziato perchè il fatto non sussiste. 

A chiudere il cerchio, il collegio di garanzia del CONI che ha richiesto l'inasprimento delle decisioni del Giudice Sportivo in merito allo spareggio Frosinone-Palermo.

Sezione: Focus / Data: Sab 11 agosto 2018 alle 16:00
Autore: Giosè Monno
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