Gli incontri tra differenti personalità possono essere paragonati a quello tra due composti chimici. Se ci sarà una qualche reazione, le due sostanze saranno destinate a trasformarsi. L’incontro tra Vivarini e la squadra deve aver sortito qualcosa di simile. Il Bari ammirato nelle ultime tre gare - Monopoli, Picerno, Cavese - è parente alla lontana di quello di inizio stagione. I meriti sono da attribuire alla cura Vivarini, ed al suo metodo che affonda non esclusivamente in radici tecnico-tattiche - la squadra non ha mutato il 3-5-2 - ma anche in chiari aspetti psicologici, figli di una calma serafica, custode di una grinta tipica di chi non ha certo bisogno di urlare per farsi rispettare. 

A beneficiare dell'arrivo di Vivarini sono stati in tanti. Il figliol prodigo Perrotta, leader di quel Teramo dei miracoli, guidato dallo stesso Vivarini, sembra tornato il calciatore coriaceo ammirato a Pescara. Le incomprensibili insicurezze che lo hanno accompagnato fino ad un mese fa, sembrano essere un lontano ricordo. Da sinistra a destra, da Perrotta a Sabbione. Il gigante buono non si è limitato alla sola fase difensiva - impeccabile - ma si è concesso il lusso di realizzare una rete spettacolare capace di rendere invidioso perfino Maradona. Fortuna, dirà qualcuno, ma la fortuna aiuta gli audaci, e audace è solo chi è tranquillo psicologicamente. Vivarini dev'essere anche abile meccanico, visto che è riuscito a far ripartire le gambe ingolfate di Filippo Costa. Pippo, come lo chiamano i compagni di squadra, ha smesso di correre con il freno a mano tirato, ed ha ripreso a macinare chilometri lungo la fascia sinistra. I dubbi amletici che avevano accompagnato il suo acquisto, sembrano essersi dissipati. L’assist per Di Cesare, e la rete del 3-0 contro la Cavese, rappresentano chiari segnali di ripresa. Dulcis in fundo, ecco Simeri. Al di là del gol vittoria contro il Picerno, l’ex desaparecido entrato in rotta di collisione con Cornacchini, stupisce per abnegazione e generosità con cui si sacrifica per la squadra. Un lavoro fondamentale per garantire ad Antenucci - e non solo - spazi nei quali infilarsi per arrecare danno alle difese avversarie. 

Vivarini ha saputo toccare le corde giuste per stimolare adeguatamente i propri calciatori. La semplicità e la chiarezza con cui parla alla squadra, unite a quella sana umiltà che da sempre lo accompagna, potranno risultare fattori determinanti nel percorso di crescita della squadra. Dopo Perrotta, Costa, e Simeri, altri calciatori potrebbero beneficiare dell'esperienza del mister. Avanti il prossimo, il Bari ha bisogno di tutto il potenziale di cui dispone.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 09 ottobre 2019 alle 19:15
Autore: Raffaele Garinella
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