Ieri sera si sono giocate le prime partite dei playoff di Serie C, dopo una attesa di circa quattro mesi. Tante le indicazioni che sono arrivate, una su tutte i ritmi estremamente bassi dei match di questo periodo. Se è pur vero che ciò era ampiamente preventivabile, in base alle ripartenze degli altri campionati, è anche legittimo dire che assistere a tre partite in cui si contano sulle dita di una mano le occasioni da rete, è abbastanza clamoroso. Questo particolare dato fornisce due letture da studiare con attenzione.

La prima è relativa al fatto che, con questi ritmi bassi, una strategia vincente è difendere ordinatamente e non esporsi a pericoli inutili. Il Bari, che ha nella qualità della sua rosa l'arma migliore, ha gente esperta, che sa come vincere le partite nell'arco dei novanta minuti. E' pur vero che in questo campionato si sono palesati evidenti limiti nel dover vincere in maniera sporca, ma davanti ad avversari che non corrono come farebbero in condizioni normali, una saggia amministrazione della partita e delle energie garantirebbe il risultato. Inoltre la competizione terminerà tra poco più di 20 giorni, per cui non c'è il tempo per entrare in condizione e questo è un ulteriore fattore da sfruttare. Ovviamente anche il Bari non si esonererà da questi ritmi più lenti, ma essendo i galletti abituati ai passaggi e meno alla corsa, si sentirà meno la differenza col vecchio Bari pre pandemia. 

La seconda è relativa all'importanza delle palle inattive. A Catania, unica gara in cui si è andati a rete, tre gol su cinque sono arrivati da questa situazione. Anche questo aspetto era abbastanza prevedibile, pertanto bisognerà assolutamente fare attenzione ad eventuali punizioni e angoli. Il Bari nel girone di ritorno ha mostrato alcune pecche sulle palle inattive, subendo fin troppi gol. D'altro canto i tanti schemi di Vivarini hanno garantito parecchie reti perciò lavorare in questi giorni su questi schemi sarà fondamentale.

Infine l'assenza di pubblico è un ulteriore fattore importante da tenere in considerazione. Giocare in una arena deserta, fa calare ulteriormente i ritmi. Una squadra come il Bari, abituata a più di 10.000 spettatori sugli spalti, ne pagherà inevitabilmente le conseguenze. Ed è per questo che il presidente De Laurentiis sta spingendo per la riapertura del San Nicola, chiedendo insieme al Lecce di sbloccare la questione. Con tutta la buona volontà che contraddistingue il numero uno biancorosso, bisogna però dire che questa azione è destinata a finire nel dimenticatoio. O si aprono gli stadi di tutta Italia, o si lasciano tutti chiusi: sarebbe ulteriormente falsato pensare che a Bari la squadra giochi col pubblico e a Terni o Carpi le squadre debbano giocare a porte chiuse. Il presidente questo lo sa, è necessario quindi spingere per la riapertura di tutti gli stadi d'Italia, perché senza tifosi il calcio non è calcio.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 01 luglio 2020 alle 20:00
Autore: Claudio Mele
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