Girarci intorno è inutile: dopo il pareggio con la Ternana di due giorni fa il Bari ha dovuto probabilmente abbandonare le speranze di promozione diretta, a discapito di una Reggina ormai lanciatissima verso la promozione diretta. Proprio questo è il momento per chiedersi quali sono i fattori che hanno permesso ai calabresi di scappare via, con uno scopo certamente non pessimistico: conoscere i propri limiti può essere la chiave per superarli in futuro. 

POCHI PAREGGI - Se da un lato è vero che con il nuovo tecnico il Bari non ha mai perso, dall'altro non può passare in secondo piano l'enorme numero di sfide terminate in pareggio. Solo tenendo in considerazione le ultime sei gare, gli uomini di Vivarini hanno raccolto un solo punto, il doppio delle volte rispetto ai rivali.

GOL SUBITI - Punto di fatto collegato con il precedente, dato che nei punti lasciati per strada dal Bari pesano le numerose reti subite, cinque in più rispetto alla Reggina.

AVVIO - Quattro punti di ritardo in cinque giornate, quasi uno a partita. Le motivazioni sono diverse, non tutte ascrivibili all'allenatore, ma è innegabile come durante la gestione Cornacchini i biancorossi abbiano aperto un distacco già importante se contestualizzato al numero di gare disputate.

CONTINUITÀ' -  È vero, il Bari in estate ha costruito una rosa di grandissima qualità, ma per farlo ha dovuto smantellare il gruppo dello scorso anno. I granata hanno potuto contare su un progetto già avviato, proseguendo sulla stessa scia del campionato passato: una continuità che al momento pare pagare.

AMPIEZZA DELLA ROSA - Il Bari ha un problema turnover? Difficile dirlo con certezza, ma d'altro canto il tema ritorna, soprattutto alla luce delle difficoltà mostrate contro la Ternana. Il tecnico della Reggina, invece, ha spesso potuto lasciare a riposo i suoi titolari senza gravi impatti sui risultati della squadra: nomi come Bellomo, Reginaldo, Denis e Sounas, spesso subentrati a gara in corso, rappresentano punti di forza importanti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 28 febbraio 2020 alle 20:00
Autore: Raffaele Digirolamo
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