Anno 2015, Marassi, Sampdoria-Carpi. Una partita non come le altre per Filippo Porcari, che scende in campo da capitano con gli emiliani nella loro prima storica partita in massima serie. Un traguardo che premia la carriera del centrocampista classe 1984, ma che allo stesso tempo si trasforma in un addio. Il giorno dopo, infatti, passa al Bari, come ci racconta ai nostri microfoni: "A Carpi avevo due anni di contratto ed ero il capitano. Giuntoli andò a Napoli e venne al suo posto Sogliano. Lui voleva cambiare tutta la squadra e portare i suoi uomini e così mi fu comunicato che ero tra i cedibili. Mi arrivarono tante offerte, dal Modena al Pescara fino al Bari. Come si può rifiutare una piazza come quella biancorossa? Venni così l'ultimo giorno di mercato, però, forse, ammetto di non essere arrivato con la testa giusta...".

Troppo forte il legame con Carpi? No, non è questa la motivazione... : "A Bari vivevo benissimo, mi trovavo davvero bene. È una città stupenda. La gente mi ha sempre trattato benissimo perché ritengo di aver sudato la maglia ogni volta che sono sceso in campo. Non so spiegare perché non sono riuscito a rendere come fatto gli anni precedenti, c'era qualcosa dentro di me che mi bloccava".

Nonostante tutto Porcari in biancorosso ha totalizzato 20 gettoni, nella squadra guidata da Davide Nicola che, al termine del girone d'andata, fu esonerato al terzo posto in classifica. Scelta sbagliata di Paparesta? Per Porcari sì: "Eravamo fortissimi, una squadra formata da tanti giocatori importanti. In quel campionato c'erano altre squadre forti, ma noi eravamo competitivi. C' era tutto un girone di ritorno da disputare e io credo che noi ce la saremmo giocata fino in fondo. Quando sapemmo che Nicola fu esonerato rimasi un po' sorpreso. Per me Nicola è un ottimo allenatore. È normale che un allenatore si deve sentire messo in discussione, soprattutto quando si è reduci da tre sconfitte consecutive. Ammetto che le nostre prestazioni erano altalenanti, però eravamo pur sempre terzi in classifica".

Al posto di Nicola, Andrea Camplone. Poi l'addio, destinazione nuovamente Carpi: "Con lui avevo anche giocato e ammetto che mi stimava molto. C'è stata però l'opportunità di fare questo scambio col Carpi con Lazzari e io accettai. Mi dispiaceva molto da una parte per non aver portato a termine quello che avrei voluto fare lì a Bari, però nella vita bisogna fare delle scelte e così decisi di far ritorno in Emilia". A fine anno, però, non bastarono 38 punti: il Carpi retrocesse, a discapito di Palermo e Udinese. Oggi Porcari è tornato a casa, nel Borgo San Donnino, ma si diverte ancora a giocare a calcio: "Ho ancora la passione e la voglia. A 37 anni non mi sento ancora di dire basta".

Nel corso dell'intervista Porcari ha tenuto a ricordare tre suoi ex compagni, ora attualmente in biancorosso: "Di Cesare è un giocatore bandiera. È sempre stato un capitano, sia dentro che fuori dal campo. Gli piace tenere il gruppo unito, la sua riconoscenza è da apprezzare. Lollo è un giocatore che ha molta qualità e che io personalmente vorrei sempre nella mia squadra. Anche uno come Bianco è molto prezioso, il classico calciatore intelligente che sa sempre cosa fare. Non posso parlar male di loro, perché siamo molto legati. Non mi compacito del rendimento di Lollo, forse Lorenzo sta vivendo la mia stessa situazione di quando ero lì a Bari. Raffaele, come tutti gli altri, vuole a tutti i costi riportare il Bari in serie B. E glielo auguro, perché questa città manca da troppo tempo dalle categorie che merita".

Sezione: Esclusive / Data: Ven 03 dicembre 2021 alle 11:00
Autore: Claudio Mele
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