Tanto tuonò che piovve. Evidentemente, i campanelli d’allarme suonati nelle scorse giornate non sono stati recepiti a dovere dal Bari, che tanto aveva rischiato nelle precedenti giornate prima di cadere sul campo di una bella Cittanovese. La sentenza proveniente dalla Calabria certifica il momento non proprio esaltante dei biancorossi a dispetto dei punti conquistati e del rassicurante vantaggio sulla Turris: sette reti incassate nelle ultime cinque uscite a dispetto delle tre subite nei precedenti quindici turni, i successi soffertissimi contro Rotonda e Sancataldese, il pari interno pre-natalizio contro il Roccella.

A questi dati va aggiunta l’incapacità, negli ultimi mesi, di chiudere le partite. Spesso e volentieri, trovato il vantaggio, il Bari si è abbassato sempre di più nell’arco dei novanta minuti cercando di gestire gara e forze, aspettando il momento giusto per azzannare nuovamente l’avversario. A volte è andata bene anche per manifesta inferiorità delle avversarie (Città di Messina, Troina), altre volte la beffa è arrivata inesorabile (Roccella, Cittanovese). A Cittanova, come ha ammesso egli stesso, Cornacchini ha provato a invertire il trend cercando la vittoria. Il cambio Hamlili-Simeri però, ha avuto gli effetti contrari: la squadra si è slegata e allungata con Bolzoni e Langella (entrambi insufficienti) lasciati in inferiorità numerica al cospetto della linea mediana della Cittanovese, sapientemente guidata da Crucitti. In più l’attacco non ha goduto di benefici e il reparto arretrato ha visto le streghe con Napolitano e Abayian scatenati.

Per carità, nessun dramma: una sconfitta dopo venti giornate di dominio assoluto è risultato comprensibile e il Bari rimane la più forte del girone. Resta un briciolo d’amarezza per aver perso vantaggio proprio a due settimane dalla sfida contro la Turris, spartiacque quasi decisivo per la conquista della promozione.

Sezione: Copertina / Data: Lun 21 gennaio 2019 alle 10:30
Autore: Gianluca Sasso
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