Due annate a Bari, culminate nella meravigliosa stagione fallimentare. Questi i ricordi in biancorosso di Nunzio Zavettieri, l’allenatore che, in accoppiata con Roberto Alberti, condusse i galletti ai playoff, poi persi in semifinale, contro il Latina.

Il tecnico di Melito Porto Salvo arrivò in Puglia nel 2012, come secondo di Torrente: “Bari è per me una seconda casa. Conservo tantissimi amici. Quando arrivai c’erano mille questioni da risolvere, sul piano economico. Eravamo un buon gruppo, ma la situazione era difficile, partimmo con una pesante penalizzazione. Senza quei sette punti in meno, già quell’anno avremmo potuto fare un campionato d’alta classifica. Ci salvammo senza troppi patemi, con Caputo che fece 17 gol.”

Ma la crisi della società, a livello contabile, nell’estate del 2013 era già molto evidente. Il mister calabrese, in questo contesto, venne inizialmente destinato alla guida della Primavera.

Sulla panchina della prima squadra si sedette Carmine Gautieri: “Eravamo immersi nei problemi, è stata dura. Quando tornò dal ritiro, il coach abbandonò. Angelozzi mi chiese di allenare, ma non avevo il patentino, e mi affiancarono Alberti, allora responsabile del settore giovanile. Durante il girone d’andata faticammo. Arrivò qualche rinforzo a gennaio. Poi, con il fallimento del club, i tifosi tornarono a riempire lo stadio. Ricordo la partita contro l’Avellino, che vincemmo 1-0. La gara dalla quale iniziò la cavalcata che ci ha portato a sognare la promozione. Si creò un’alchimia straordinaria, purtroppo non riuscimmo nell’impresa, anche perché arrivammo agli spareggi con molti uomini fondamentali in condizioni precarie. Ci fu anche, con il Latina, qualche decisione arbitrale discutibile. Tornare in massima serie sarebbe stato qualcosa di straordinario.”

Con l’avvento di Paparesta alla presidenza, venne deciso di smantellare quel progetto: “Se ne andò il direttore sportivo, il Presidente optò per questa scelta. A prescindere, non essere riusciti a centrare la A è un grosso rammarico.”

Sull’attualità, il pensiero dell’ex trainer dello Spartaks Jurmala, condotto al quinto posto nel campionato lettone, terminato a novembre scorso, è chiaro: “Bisogna innanzitutto che passi questa bufera, dovuta al Coronavirus. Quando si tornerà in campo, il mio auspicio è di vedere in serie B sia la Reggina, compagine per la quale tifo, sia i ragazzi di Vivarini.”        

Sezione: Amarcord / Data: Ven 27 marzo 2020 alle 13:00
Autore: Giovanni Gaudenzi
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