E’ difficile da spiegare questa ennesima delusione play-off. Ma è anche vero che questo Cittadella-Bari è stata la sintesi di un’annata strana con tanti, troppi, salti mortali e montagne russe. Innanzitutto è d’obbligo fare un plauso a una squadra che non ha mai mollato, soprattutto oggi, con i vari Micai, Gyomber (fino al rosso, ma comunque troppo furioso) Basha, Henderson, Galano, Brienza e Floro Flores sugli scudi.
Un ringraziamento va fatto anche a mister Grosso che al primo anno tra i professionisti ha raggiunto un buon posizionamento in classifica, con un gioco a metà tra il cinico e il bello e che ha saputo tenere unito un gruppo vario e con tante teste (ben 30), alcune anche importanti e dal passato in serie A o addirittura in Europa. Sicuramente ha fatto i suoi errori, soprattutto per ciò che riguarda la comunicazione ma se non si raggiungesse un allenatore migliore, per non attuare un’ennesima deleteria rivoluzione, sarebbe bene ripartire da lui.
Un grazie anche a Sogliano che quest’anno ci ha fatto vedere un bell’attaccamento ai colori biancorossi (si vedano le dichiarazioni sulla penalizzazione) e che ci ha mostrato tante dolci scoperte come Anderson, Henderson, Balkovec e Andrada.
Adesso però si passa alle considerazioni che fanno più male. Quelle che ti fanno capire come sia quasi impossibile arrivare a fare il salto di categoria in queste condizioni. Anzi, arrivare fino al 120° di Cittadella-Bari è stato già un miracolo. Perché per la squadra non è stato assolutamente facile restare unita con tutte queste voci, malumori e caos. Hanno e abbiamo assistito veramente a qualcosa di indegno, schifoso e rivoltante. Da un presidente che dice ai quattro venti di essere in regola e di aver pagato in tempo (e di certo Giancaspro non può salvarsi dicendo che i pagamenti in ritardo sono avvenuti perchè la rosa è troppo larga, dato che chi ha assecondato Sogliano nel mercato è stato lui), fino ad arrivare alla Lega che all’improvviso decide di accelerare la questione penalizzazione, bloccando un campionato, ad appena 2 giorni dalla sfida. Quando la querelle in realtà la si conosceva da inizio Aprile, se non addirittura Marzo.
da parte questa vicenda ignobile, il Bari poteva e doveva fare qualcosa in più in tutto il campionato. Aldilà dei 2 punti tolti, c’è qualcosa di immaturo che è andato avanti da inizio campionato. Perché se per mister Grosso può andar bene questa stagione, per la squadra di certo no. E’ stato un continuo di vittorie belle, pareggi-suicidio subiti all’ultimo secondo e sconfitte immeritate o sconcertanti. Appena il Bari poteva scavalcare posti in classifica ed avvicinarsi alla vetta, ecco che si faceva raggiungere o perdeva malamente nella giornata successiva, magari contro l’ultima classificata. Inutile ricordare i tantissimi punti persi nelle varie sfide, che sarebbero risultati fondamentali nell’economia del campionato. E’ vero che con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma si può capire come questa serie B era veramente alla portata dei biancorossi. Basti pensare che il secondo posto si è deciso solo all’ultima giornata. Incredibile ricordare anche al B
ari primo in classifica dopo il derby col Foggia. Tutti eventi mal sfruttati dai galletti, che fanno capire come sarebbe bastato un minimo di lucidità, voglia e grinta in più per raggiungere l’obiettivo. Anche oggi il Bari ha dato prova di essere pazzo, con una partita da cardiopalma. Una serie B alla portata, dove veramente bastava un passetto in avanti per far esplodere una città intera, una tifoseria intera.
Questo passo non è purtroppo avvenuto e adesso si spera di ripartire, con più chiarezza, a partire dalla società. Tanti ora i calciatori da valutare ma uno in particolare vorrei ringraziare e applaudire perché quella di oggi potrebbe essere stata la sua ultima partita. Sto parlando di Ciccio Brienza, un uomo prima che giocatore, un professionista esemplare da copiare o perlomeno seguire. Dopo il brutto infortunio al crociato dello scorso anno, poteva tornare in campo e chiudere il suo ciclo con una promozione attesa da 7 anni. Neanche questa favola voluta dal bambino 39enne si è potuta realizzare, ma il suo segno qui lo ha comunque lasciato. Arrivederci alla prossima Serie B 2018-19.
Gabriele Bisceglie
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