Il calcio non si fermerà quest’estate. Attualmente si stanno disputando diverse competizioni internazionali che riguarderanno le nazionali come la Copa America e l’Europeo, in programma in un anno fa ma rinviate per via della pandemia causata dal Covid-19. Nel corso di questa rubrica tratteremo le avventure dei calciatori baresi con le rispettive rappresentative.

Nella seconda puntata spazio all'Europeo di Svezia nel 1992 ed in particolar modo alla figura di David Platt. Il fantasista inglese, ormai da diversi anni punto fermo della sua Nazionale, arrivò in Puglia nell’estate 1991, risultando con 12 miliardi il giocatore più pagato della storia del club (superato poi da Bonucci nel 2010). Un calciatore di grande livello che non trovò particolari problemi ad adattarsi ad un campionato molto complicato come quello italiano, riuscendo a realizzare 15 reti al termine della stagione (11 in Serie A e 4 in Coppa Italia). Tuttavia queste non bastarono per centrare l’obiettivo minimo della salvezza, con la squadra che pagò a carissimo prezzo il grave infortunio occorso a Joao Paulo.

Il tutto non andò però ad intaccare il suo status nella selezione inglese capitanata dal ct Taylor, che lo schierò sempre tra i titolari. Nelle prime due gare della competizione la squadra rimase però a secco contro Danimarca e Francia, raccimolando due pareggi a reti inviolate. La qualificazione alle semifinali fu decisa così dallo scontro diretto nell’ultima sfida del girone eliminatorio, con avversario la Svezia padrona di casa. Dopo appena 4 minuti i britannici passarono in vantaggio: traversone dalla destra di Lineker e girata al volo del barese Platt, imparabile per Ravelli. Nella ripresa gli scandinavi riuscirono però a rimontare con le marcature di Eriksson e Brolin, eliminando così i favoriti inglesi. Al termine della manifestazione continentale le prestazioni di Platt non rimasero inosservate: tra le numerose pretendenti ebbe la meglio la Juventus, con cui alzò una Coppa Uefa.

Una menzione la merita però anche Robert Jarni. Esterno biancorosso nel biennio 1991-1993 e militante nella Jugoslavia. La nazionale balcanica riuscì a qualificarsi per la fase finale, tra le grandi favorite, ma fu estromessa a pochi giorni dall'inizio dalla Uefa (che seguì una decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu) per via delle grandi tensioni politiche e della cruente guerra in corso contro croati e bosniaci (poi divenute nazioni indipendenti). Al loro posto fu riammessa la Danimarca, protagonista di un'autentica favola che la portò addirittura a vincere il torneo. 

Sezione: Amarcord / Data: Mer 16 giugno 2021 alle 20:00
Autore: Gianmaria De Candia
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