Uno lo avrebbe preso allegramente a calci, l’altro disse, senza mai rimangiarselo, che si vergognava di lui. Sono passati trent'anni, Enzo Bearzot se n'è andato e quella terza stella sulla casacca dell’Italia conquistata contro tutto e tutti in Spagna ha fatto del 'veciò un eroe del calcio: Antonio Matarrese ed Eugenio Fascetti di quel ct passato dalle critiche furiose alla gloria di un Mondiale vinto erano stati pesanti detrattori. Nessuna marcia indietro su quelle opinioni effervescenti espresse allora, ma il riconoscimento ai meriti dell’uomo scomparso ieri a 83 anni, quello sì.

“Ho avuto un incontro vivace in Spagna quando ero stato eletto presidente della Lega – ricorda all’ANSA Matarrese - l'Italia del resto era partita male e le critiche erano spietate. Mi fu chiesto, visto che ero presidente del Bari, cosa avrei fatto se fosse stato il tecnico del mio club. Con la schiettezza che ho sempre avuto risposi 'l'avrei preso a calcì. Questa cosa agitò un pò le acque, e certo Bearzot ci rimase male. Il feeling con lui non c'era, troppo distanti, non era uomo di grande dialogo: voleva gestire il suo mondo alla sua maniera, senza interferenze”.

Ma quella scarsa sintonia non impedì a Matarrese di riconoscere, anche all’indomani del Mondiale vinto, il merito del ct: “Si aveva il timore che l'Italia potesse tornare a casa anzitempo e le critiche ci stavano – continua Matarrese – lui non era diplomatico, o faceva tutto lui o niente. Ma ha saputo difendere il suo lavoro e i suoi ragazzi in maniera egregia e la controreazione a chi gli dava addosso ha portato a un risultato grandioso. Non aveva il gusto della battuta, e nel calcio lo spirito serve: ma è stato un grande condottiero, e di questo gli va dato atto. Ho saputo della sua morte in taxi e il tassista mi ha subito detto che un Mondiale così non si può scordare: emozioni non paragonabili a quelle di Germania 2006. La ricordo la gente per strada che salutava Bearzot. Io comunque sul carro dei vincitori non sono salito, anche perchè o sono il primattore o niente. Non mi piace dividere la scena”.

Insomma rispetto e onore alla persona che “lascia un segno fortissimo”, ma sul giudizio espresso allora Matarrese ha pochi ripensamenti: “Con Sacchi fu tutta un’altra storia in America, il feeling era eccezionale con lui. Ma grande rispetto per Bearzot, ha vinto un Mondiale passato alla storia. Certo io come tecnico non lo avrei mai scelto...”.
Frasi forti contro l’allora ct furono dette anche da Fascetti, e solo dopo anni una stretta di mano sancì la pace fatta tra i due. “Ho avuto dei problemi, è vero, ma poi li abbiamo chiariti – ricorda l’ex allenatore del Bari - io non ero favorevole a lui, ci sta che si abbiano opinioni diverse anche nel calcio. Espressi il mio pensiero, ma sulla persona posso solo dire bene: un uomo serio, un uomo vero”. Non è un ripensamento, ma un omaggio sentito.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 22 dicembre 2010 alle 19:30 / Fonte: GdM
Autore: Andrea Dipalo
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