Quando l’anno scorso venne la Roma a giocare al San Nicola, la Bari era bella che salva. Bella era bella. E salva pure, visto che ha chiuso lo scorso campionato al 10° posto. Non il miglior risultato della sua storia. Quello è il 7° posto degli anni ‘40. Ma il migliore che io abbia mai visto. Quest’anno invece è il peggiore. E forse non solo da quando sono nato io. Questo è stato un anno di disgrazia. Sotto tutti i punti di vista. Infatti la curva, stanca, comunica alla dirigenza un messaggio abbastanza chiaro: A.S. BARI: le vostre continue programmazioni, le nostre eterne delusioni.

Barriere
Mutti manda in campo una squadra inedita: Huseklepp e Romero avanti a Bentivoglio trequartista. Quest’anno sarà l’ottantaduesima soluzione diversa in attacco in 35 partite. Certo, se uno che segna non ce l’hai. Devi provare ad improvvisare. La Roma spinge con Menez e Totti. Ma soprattutto con il nostro bersaglio preferito: Vucinic. Che da quando ci ha cantato la canzoncina dei leccesi l’anno scorso, ha tutti i nostri fischi. Quasi più di Donati. Poi al 24° Romero si inventa una bella azione, crossa in area! Juan la para! Rigore! E vai! Bentivoglio sul dischetto. Rincorsa. Tiro. Gol! Bari in vantaggio! 1 a 0. Che bello! Ma passano 5 minuti e Totti si affloscia tutto da solo e si fischia in autonomia un calcio di punizione. Lo calcia lui. E lo segna. Calciando al lato della barriera. 1 a 1. Una domanda: Gillet, ma addò cazz la sì miss la barrjer? Scusate. M’è scappato.

Strani vantaggi
La Roma continua a fare la partita. Ma poi al 42° Romero parte sulla destra. Huseklepp si smarca bene e chiama la palla. Arriva il cross. Il biondo la colpisce di testa in torsione! Ed è gol! Gran gol! E lo speaker dello stadio ci fa gridare tutti: ha segnato, col numero 22, Erik, dice lui. E la curva tutta in coro: Usa e gett! E lui: Erik! E noi: Usa e gett! Lo abbiamo adottato e gli abbiamo subito dato un nome barese. Che popolo fantastico che siamo. E che piacevole sensazione battere la Roma. E fischiare Vucinic. Una volta tanto ce la prendiamo con quelli della squadra avversaria.

Autopalo?!?
Inizia la ripresa e la Roma parte aggressiva. Talmente aggressiva che De Rossi, dopo essere stato scartato da Bentivoglio, decide di mollargli una gomitata in faccia: tutta colpa di Marco Rossi che non era in campo. Altrimenti sarebbe stato picchiato lui. De Rossi espulso ma la Roma spinge anche in 10. Al 57° palla in area per Juan che non resiste alle avances di Parisi e si stende. Rigore. Sul dischetto Totti: rincorsa, tiro, gol. Gillet l’aveva intuita. Ma non c’è stato niente da fare. I giallorossi insistono in attacco ma la Bari riparte. Al 58° il solito Romero sulla fascia. Cross in area. Juan devia. La palla vola verso la porta! Palo interno. E… scivola tra le braccia di Doni. Quando dici che no. È no. Ma proprio no.

Minuti di recupero
I giallorossi, con l’uomo in meno, insistono in avanti. Al 78°, al termine di un’azione prolungata, la palla viene lanciata in area per Borriello. Che si accascia. E guadagna un rigore. Che, diciamolo, non c’è. Nemmeno un po’. Ma tanto. Glik viene espulso per proteste. Perché se le cose devono andarti storte, non c’è niente da fare. Ti vanno storte. Dal dischetto Totti. Rincorsa. Tiro. Stesso angolo di prima: Gillet! Ci arriva il capitano! E la devia sul palo! E fuori! E vai! Grande Gillet! Le squadre si sbilanciano. La Bari colpisce in contropiede. Ghezzal, subentrato a Usa e gett’, si ritrova al 90° a tu per tu con Doni. Lo supera con un pallonetto! La palla si stampa sulla traversa. Rimbalza in campo! E torna in gioco. Terribile la sfiga. Quando le cose non devono andare, non vanno. Tranne che per gli altri. Infatti la Roma, dopo essere rimasta in 9 per l’espulsione di Perrotta, trova il gol. Non ve lo racconto. Che è stato un brutto gol. Ma a loro è entrato. E vincono 3 a 2 fuori casa e in 9. A noi non entra nemmeno se ci prova la squadra avversaria a metterla dentro.

Tutte tranne una
Io non voglio giustificare nessuno. Ma se la sorte ti è così avversa, forse nemmeno con una squadra decente sarebbe riuscita la salvezza quest’anno. Questo, c’è poco da dire, è stato proprio un anno di disgrazia. Speriamo almeno di vincerne una prima della fine. Ma non una qualsiasi. Quella.

Sezione: Visto dalla curva / Data: Lun 02 maggio 2011 alle 13:30
Autore: Pasquale Laricchia
vedi letture
Print