Stefano Okaka, attaccante di 23 anni ora allo Spezia, sabato affronterà il Bari di Torrente. Segni particolari: sarà, con Agostino Garofalo e Andrea Bovo, l'ex di giornata, ed allora una domanda viene naturale. "Ma se segni esulterai?" Lui, subito: "Non lo so". Ma non è, la prossima partita contro i galletti, l'unico argomento su cui abbiamo discusso con lui in questa intervista in esclusiva per TuttoBari.com.
Allora, Stefano, come va lì in Liguria? "Bene, molto bene, è un'esperienza molto positiva per me. Qui c'è una società ambiziosa, che sta costruendo le fondamenta per un futuro importante".
Sì, però, vista la rosa, si pensava che avreste ammazzato il campionato, e invece state avendo qualche difficoltà..."Beh, ma questo è naturale. La squadra è stata rinforzata in estate con tanti giocatori nuovi e si sapeva sarebbe stato necessario tempo per assemblare al meglio tutti i pezzi. Comunque, stiamo migliorando e sono fiducioso, abbiamo ancora tante partite davanti".
Sabato incontrerai il Bari. Sicuramente ricorderai quel gol in maglia biancorossa al debutto nel derby contro il Lecce. Aneddoti da raccontare? "Ti dico questo: non pensavo che quella partita fosse così importante per i baresi! É una cosa di cui mi sono reso conto dopo, entrando in campo, dopo aver segnato e girando poi per la città. Certo per me fu una gioia incredibile segnare: io ero appena arrivato, ero molto carico e ci tenevo a far bene. Peccato che dopo poche partite mi infortunai alla spalla..."
E a maggio la tua esperienza a Bari terminò. "Sì, a fine campionato tornai alla Roma. C'era lì mister Ranieri, che ci teneva ad avermi con sè".
Il Bari a fine stagione retrocesse. Ma, al di là degli aspetti sportivi, come sei stato in città? "Molto bene. É una bella città, con un bel clima. In quei mesi vivevo in albergo e ricordo che solitamente facevo colazione in riva al mare, un rito che amavo ripetere adorando io il mare. I baresi, poi, mi piacevano, gente calorosa".
Ti senti ancora con qualcuno dei giocatori del Bari di allora? "No. Stavo bene con i compagni, ma ho perso contatti".
Veniamo a te. Hai solo 23 anni e hai già cambiato 7 squadre. Non sei stanco di girare? La Spezia è il posto giusto per dare continuità alla tua carriera? "Vivo alla giornata, non so bene cosa farò in futuro anche se, come t'ho detto prima, qui sto bene. É vero, ho girato tanto, ma il calcio spesso è anche questo. Io voglio solo lavorare duro. Troppe squadre in pochi anni? Ogni esperienza mi ha dato qualcosa. Sono un tipo con gli attributi, cambiare non mi fa paura. Anzi, credo che il fatto di aver cambiato spesso maglia mi dia oggi una marcia in più".
Tu hai giocato anche in Inghilterra. Bilancio di quell'esperienza? "Ah, fu fantastico, fantastico. Stadi splendidi, per non parlare dei centri di allenamento e dei prepartita. Davvero, mi sono trovato meravigliosamente a Londra, la città più bella che abbia mai visto: mille cose da fare, da vedere, mille razze diverse..."
Quindi, mi pare di capire che il tuo amore per l'Inghilterra vada al di là del calcio. "Sì, lì ho constatato un senso del rispetto per gli altri veramente incredibile. Ho molto apprezzato l'apertura mentale degli inglesi e mi sorprese positivamente il livello di integrazione: esci la sera e stai in un gruppo con tre africani, tre arabi, tre sudamericani, tre cinesi...".
Hai giocato al Fulham agli ordini di Hodgson, che in passato ha allenato l'Inter. Parlavate in italiano? "Un po' in italiano e un po' in inglese. Appena arrivato, comunque, il mister mi mandò da un insegnante a prendere lezioni di inglese".
Tu, Stefano, sei italiano ma le tue origini sono in Nigeria. A un nigeriano consiglieresti di andare a vivere in Italia o in Inghilterra? "Ti rispondo sinceramente: in Inghilterra. Per uno straniero integrarsi lì è più facile che integrarsi qua in Italia. Vivere Oltremanica, a Londra per esempio, è più vantaggioso, in tutti i sensi. Detto questo non nego che l'Italia ha i suoi pregi. In ogni caso io sono nato qui, ormai ho una mentalità abbastanza italiana".
Quali sono oggi i tuoi sogni? "Continuare a giocare a calcio e sempre al meglio. Poi, al di là della mia carriera di sportivo, certamente ho qualche altro sogno nel cassetto ma preferisco non parlarne".
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