Rivedremo un Bari da serie A? I ricordi di Eugenio Fascetti, condottiero di una squadra capace di affrontare senza alcun timore le grandi del calcio italiano, sono ancora custoditi gelosamente. In un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport l'ex allenatore del Bari, intento a parlare di presente, non si esime dal riavvolgere brevemente il film della sua avventura in biancorosso e con la mente torna a parlare di quel collettivo e di un campione, Antonio Cassano, da lui scoperto qualche decennio fa: "Anche ora sa essere determinante, pur giocando quasi da fermo. - ha detto alla rosea - Una cosa è certa, ne ho visti pochi di fenomeni così. Vero, poteva fare molto di più. Ma lo stesso Antonio ha spiegato il motivo del suo bizzarro percorso: ogni tanto rompe, come un cavallo di razza". 

Da una scommessa vinta a uno dei più grandi rimpianti del tecnico viareggino: "Avrei scommesso qualasiasi cifra su Antonio La Fortezza, coetaneo di Cassano, entrambi al Bari ai tempi della A. Era già pronto a 18 anni, poteva diventare un grande, peccato che poi si è perso. Ma capita nel calcio".

Dal Bari del passato a quello di oggi. I tifosi vogliono capire le reali prospettive del gruppo barese per un pronto ritorno ai grandi palcoscenici: "Non avrei smontato il bel giocattolo della scorsa stagione. - ha ammesso Fascetti - Ora occorre essere realisti, umili e tirarsi fuori al più presto dalla zona play out. Mi auguro che il Bari torni presto nel calcio che conta. Ma bisogna che ci siano due componenti fondamentali: la pazienza e una società forte. Il Bari ha raggiunto i migliori risultati con la gestione Matarrese. Al timone occorrono pochi uomini ma validi. Un numero dispari, al massimo tre: presidente, direttore e tecnico. Altrimenti si fa solo confusione".

Sezione: Gli ex / Data: Mer 17 dicembre 2014 alle 10:00
Autore: Fabio Mangini
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