Se n'è andato tra i fischi. Fischi che non lo hanno abbandonato dallo scorso dicembre ogni qualvolta entrava in campo o toccava un pallone, da quando il suo rapporto coi tifosi biancorossi ha cominciato inevitabilmente a deteriorarsi. Francesco Caputo va alla Virtus Entella. Il 28enne attaccante altamurano saluta Bari e il Bari dopo sette stagioni, centocinquapresenze e quarantanove reti tra campionato e coppa italia. Una media di una rete ogni tre partite, non sufficiente per soddisfare il palato fine di tanti supporters biancorossi ma abbastanza (e questo è un aspetto che non può e non deve essere dimenticato) per permettergli di entrare nella storia del club pugliese. Caputo è infatti l'attaccante che ha segnato più gol con la maglia del Bari nella storia del campionato cadetto (46). Un bottino che lo pone al quinto posto nella classifica marcatori di tutti i tempi, a sole due lunghezze dal compianto Biagio Catalano e a cinque da un altro attaccante che nella città di San Nicola non ha avuto vita facile, Gionatha Spinesi (fermo a quota 52). Una parabola discendente quella di Caputo, almeno nel rapporto coi tifosi.
RIVELAZIONE - Lanciato da Antonio Conte nell'anno della promozione, il suo primo tra i cadetti dopo tre anni di gavetta nelle serie minori, Caputo seppe farsi valere. Fu anche grazie alle sue 10 reti (tra cui una tripletta al Grosseto alla prima da titolare) che i galletti tornarono nel massimo campionato. Una serie A soltanto sfiorata visto il successivo prestito alla Salernitana. Dall'estate 2010 in poi Caputo, se si eccettuano sei mesi a Siena in cui conquistò un'altra promozione (ancora una volta con Conte in panchina), ha sempre giocato con la maglia del Bari riuscendo a ritagliarsi un posto da titolare e la fascia di capitano sia nel 4-3-3 di Vincenzo Torrente che nel 4-4-2 di Devis Mangia. Nella stagione 2012/13, coi galletti partiti con un terrificante meno cinque (causa calcioscommesse) poi diventato meno sette, le sue diciassette marcature furono determinanti per ottenere la salvezza. Ma sarà proprio il suo coinvolgimento nel calcioscommesse a procurargli una squalifica di un anno per omessa denuncia che gli costerà tutta la stagione successiva. A luglio Caputo va in ritiro con la neonata Fc Bari 1908 con la voglia di cancellare la lunga inattività a suon di gol e guadagnarsi il rinnovo di contratto (in scadenza nel 2015). Ma ben presto dovette accorgersi che ripetersi come due anni prima sarebbe stato difficile, molto difficile.
DIFFICOLTA' - Il primo Bari di Gianluca Paparesta parte con l'obiettivo dichiarato di andare in serie A. La pressione della piazza è fortissima; soprattutto per chi non solo riceve nuovamente la fascia di capitano (con tutte le polemiche che ne scaturiscono visto che è reduce da una squalifica) ma è anche assieme a De Luca l'unico terminale offensivo di quella squadra. Dopo un inizio tutto sommato positivo, quindici punti in nove partite e già quattro gol all'attivo Caputo, il Bari e Devis Mangia affondano. La squadra va in crisi e dopo quattro sconfitte in cinque gare l'allenatore viene esonerato. Il nuovo tecnico Davide Nicola pur schierando spesso l'altamurano tra i titolari fa capire chiaramente che per il suo gioco serva un altro tipo di giocatore. Caputo non lo aiuta sprecando diverse occasioni. Il pubblico non gradisce e comincia a fischiare, sempre di più. La definitiva rottura si consuma tra dicembre e gennaio.
ROTTURA - Il 28 dicembre lo Spezia travolge il Bari al San Nicola con un pesante 0-3. Il passivo è severo per i pugliesi che pagano l'ingenuità di Minala (espulso a fine primo tempo) e due gravissimi errori sottoporta di Caputo che avrebbero potuto indirizzare la gara su altri binari. La tifoseria si spacca tra chi critica e chi difende del calciatore. Il dibattito è rovente e trova largo spazio sui forum e sui social network. Il 5 gennaio un supporter biancorosso invia una lettera a tuttobari in cui invita tutti alla calma e al rispetto nei confronti di un giocatore che, pur con tutti i suoi limiti, indossa sempre la maglia del Bari. Caputo legge la lettera e ringrazia personalmente l'autore con un messaggio pubblicato sul sito della società. Ma pochi giorni dopo commette una grave leggerezza, soprattutto in considerazione del suo ruolo di capitano. In risposta ad alcuni tweet di un tifoso catanese che lo invita a trasferirsi in Sicilia, Caputo lascia intendere come per lui non sarebbe certo un problema cambiare aria, anzi. Il gesto, oltre a provocare malumore in società, rafforza notevolmente il partito avverso al calciatore che, a sorpresa, pochi giorni dopo rinnova il contratto. Nicola corre ai ripari e il 5 febbraio, alla vigilia della delicata sfida col Livorno, difende pubblicamente Caputo e fa presenziare tutta la squadra alla conferenza prepartita per simboleggiare che il gruppo è unito e al fianco del capitano.
FINALE - Ma l'arrivo di Ebagua e Boateng riduce gli spazi a disposizione per l'attaccante che, pur fischiatissimo (non sarà il solo), riesce comunque ad andare in doppia cifra (decimo e ultimo gol su rigore contro il Bologna il 24 aprile). Il resto, fino ad arrivare al rifiuto di giocare il derby di coppa italia col Foggia, è cosa nota. Un vero peccato per un giocatore che, pur non avendo il carisma o il talento di bomber come Protti o Tovalieri o l'estro di Joao Paulo o Maiellaro, ha pur sempre dato il suo contributo alla causa biancorossa in un momento difficile. Il suo addio al Bari è un addio amaro. Così come è amara la sua ammissione: "La situazione creatasi nell'ultimo periodo si poteva gestire meglio, o quanto meno diversamente". Chi ci ha perso da questa situazione? Più di tutti il Bari che ha avuto per mesi in rosa un calciatore svalutato e col morale sotto i tacchi e lo ha ceduto a un prezzo ridotto.
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