Da capitano di una squadra costruita ad inizio stagione per fare un campionato da protagonista a panchinaro di una squadra che naviga a metà classifica, non troppo lontano dalla zona playoff ma nemmeno da quella playout. La carriera di Francesco Caputo è stata spesso caratterizzata da alti e bassi. L'ultimo, coinciso con una serie di errori sottoporta e di contestazioni da parte di alcuni tifosi, aveva fatto pensare che la sua esperienza in riva all'Adriatico fosse ormai agli sgoccioli. E invece l'attaccante altamurano è rimasto a disposizione dei biancorossi, pronto a lottare per riconquistare un posto da titolare. E a gonfiare la rete del San Nicola. L'ultima volta che ci è riuscito è stata lo scorso 22 novembre. Nelle successive diciassette partite è arrivata solo un'altra marcatura (a Livorno, ndr).
"E' la realtà dei fatti, non posso negarlo. Il gol mi manca. E' la miglior medicina per un attaccante - spiega - Prima lo trovo, meglio sarà. Ma non deve diventare un'ossessione. Col Varese ad esempio è stato bravissimo Perucchini a neutralizzare il mio tiro. Io devo solo pensare a lavorare con la squadra e per la squadra".
"Sono sereno e sto bene fisicamente - prosegue - Non voglio guardare agli errori fatti in passato. Penso solo alle cose positive. Non devo dimostrare niente a nessuno, so quanto valgo, quanto posso dare e so anche cosa vuole il mister. Quello di Nicola è stato un gesto importante, un segnale forte dato all'ambiente. Devo dire comunque che, anche se i tifosi mi fischiavano, coi ragazzi della curva ho sempre avuto un ottimo rapporto. Posso solo ringraziarli".
A gennaio Caputo ha dovuto fare i conti con un nuovo rivale nella competizione per un posto da titolare: Giulio Ebagua. "Non lo conoscevo all'inizio. Poi col passare del tempo ho imparato a capire come gioca e quali sono le sue caratteristiche. Possiamo giocare insieme? Certo, lui predilige fare la seconda punta quindi potremmo benissimo coesistere in un attacco a due. Ma adesso stiamo ottenendo risultati col 4-3-3 quindi è giusto che si proceda su questa strada. Anche perchè le decisioni di natura tecnico-tattica spettano all'allenatore. Se poi deciderà di cambiare modulo dipenderà anche dall'avversario e dalle situazioni di gioco".
Domenica contro la Pro Vercelli i galletti affronteranno un avversario che un girone fa vinse con una facilità disarmante. Un 3-0 che mandò su tutte le furie non solo Devis Mangia ma anche dirigenti e tifosi. "Ce la ricordiamo bene la partita d'andata. Da lì è cominciato un periodo molto difficile per noi. Il nostro obiettivo è dimostrare che non era quello il nostro reale valore".
Ma qual è il vero valore del Bari? In molti pronosticavano una stagione di tutt'altro tenore."Sì, noi per primi ci aspettavamo qualcosa in più. Purtroppo ci è mancata quella continuità di risultati che ci avrebbe fatto ottenere, oltre che più punti, anche maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Le prossime dieci gare le dobbiamo affrontare come se fossero dieci finali. Pensiamo a un ostacolo alla volta e a raggiungere il prima possibile i cinquanta punti. Dopo si vedrà".
Se dovesse tornare al gol Caputo sa già come esultare. C'è una dedica speciale in programma, un amico da onorare: Domenico Martimucci, giocatore del Castellaneta rimasto gravemente ferito per l'esplosione di una bomba carta in una sala giochi di Altamura. "Domenico è un mio caro amico. Abbiamo giocato per due anni in Eccellenza nell'Altamura. E' ricoverato in gravi condizioni al Policlinico. Gli auguro di riprendersi presto. Voglio segnare anche per lui".
Autore: Francesco Serrone
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