Nel calcio, come nella maggior parte degli sport di squadra, a prendersi la scena sono spesso e volentieri i goleador, gli assistman e tutti coloro che riescono a lasciare un'impronta tangibile nell'arco di una partita. Spesso e volentieri però i segreti dei grandi successi nascono dal lavoro sporco, quello sperimentato nelle retrovie.

Quest'anno il Bari ha individuato proprio nella difesa, ed in particolare nella poliedricità di alcuni dei suoi interpreti, uno dei proprio punti di forza. E' il caso di Riccardo Fiamozzi, lavoratore silenzioso e jolly autentico del pacchetto arretrato. 

Ma da cosa nasce questa riflessione? La risposta è presto detta. Il percorso sinora tracciato dal club biancorosso, a dispetto del ricco bottino raccolto, non ha disdegnato insidie ed ostacoli da superare. A complicare poi le strategie del mister si è aggiunto anche l'incubo infortuni. Tantissimi i casi in cui la squadra è dovuta correre ai ripari, cambiando modulo o interpreti di gioco. A rimetterci, spesso e volentieri, sono stati proprio gli esterni di difesa: da Sabelli a Morleo passando per D'Elia e Cassani

A rispondere sempre presente è stato proprio il 24enne scuola Milan. La sua duttilità si è resa manifesta in più di un'occasione nell'arco della stagione. Altrettante le volte in cui ha tolto dagli impicci lo stesso Grosso, frastornato dalle indisponibilità dei colleghi di reparto. Corsia destra o sinistra cambia poco: il suo impiego apporta sempre grandi benefici al collettivo. Dalla sua, la giovane età ed una interconnessa ed invidiabile integrità fisica. Esplosivo quando scatta sulle laterali ha saputo mostrare grande intelligenza tattica e raziocinio nella gestione della sfera. Forte nei contrasti non manca di iniziativa offensiva. Con lui in campo il Bari può chiudere gli occhi e dimenticare, almeno per un attimo, gli incerottati.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 20 novembre 2017 alle 10:30
Autore: Ivan Barnabà
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