Si è infortunato a metà luglio nel ritiro con la Lazio. Uno scatto, la fitta improvvisa alla coscia destra e lo stop dopo giorni brillanti, i primi, alla corte di Pioli. Il ritorno di Rozzi in Italia, dopo dodici mesi buoni (specie per il curriculum...) in camiseta blanca, era stato confortante. Maglia da titolare e quattro reti nei primi due test ad Auronzo, preludio alla sfortuna. Il Bari, prelevandolo dai biancocelesti, sapeva delle condizioni non ottimali del calciatore. Nonostante ciò Rozzi si è aggregato al gruppo e ha partecipato all'intero ritiro di Castel di Sangro senza però mai lavorare in modo completo e confortante col resto dei compagni. Una settimana, due, e poi tre. Un inizio col freno a mano per l'attaccante romano, nemmeno convocato ieri per il match di Coppa contro il Savona, e sempre più smanioso di misurarsi sul campo con la nuova realtà dopo essere già entrato, fuori, in sintonia con staff e ambiente.

Nessuna sorpresa - assicurano fonti vicine alla società biancorossa - il Bari ha calcolato il ritardo fisico del calciatore fin dal momento del suo arrivo. Un pegno, insomma, assimilabile in questo momento sulla base della forte credibilità di cui godono oggi le capacità tecniche del nazionale Under 21. Le proiezioni prima di tutto. La lesione di primo grado ai flessori - questo il quadro medico evidenziato al momento dello strappo - è scorbutica e ha bisogno di pazienza e monitoramenti. Ancora incerti i tempi di recupero, su Rozzi è già saltata qualche prima e ottimistica tabella. Un inizio in salita, in attesa dell'auspicata fumata bianca da valutare giornalmente. Mentre il reparto cresce, Bari aspetta ancora il suo numero 33.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 18 agosto 2014 alle 11:30
Autore: Davide Giangaspero
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