Perinetti: "Vedo analogie col Bari di Conte. Acquisti? Quando c'ero io..."

Sarebbe tornato a Bari anche gratis, ma i piani della società erano ormai orientati verso altre strade. E così, il sogno di Giorgio Perinetti di ricominciare dal capoluogo pugliese non si è potuto coronare; la sua è storia recente: una promozione in serie A, un decimo posto con record di punti nella massima serie, poi l'addio, seppur doloroso, dovuto a divergenze di vedute con i Matarrese. In estate l'occasione di un clamoroso ritorno con una nuova proprietà e finalmente con un gran progetto alle spalle, ma stavolta niente lieto fine.

Smaltita la delusione, Perinetti ha voluto però ancora dire la sua sul suo trascorso in Puglia, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe: "Tutta la politica del Bari era incentrata su giovani da lanciare - riporta tuttomercatoweb- lo stesso Conte era un allenatore giovane da lanciare. I miei primi acquisti, ad esempio, furono Antonelli e Lanzafame, il primo è arrivato in nazionale, il secondo ha fatto 13 gol. Poi Ranocchia e Bonucci, Caputo acquistato dal Noicattaro per pochi soldi; quando la squadra era prima, sono stati fatti degli acquisti per consolidare il primato prendendo Kutuzov e Guberti. Ma prima giocavamo con De Pascalis, preso dall'Interregionale. Con Ventura avevamo notato Iago Falque, lo avevamo cercato di prendere per il 4-2-4, si vedeva che aveva qualità. Lo ha acquistato il Tottenham e adesso è andato al Genoa. Il mio non è stato un Bari che ha speso tanto, chi sostiene questa tesi vuole solo giustificare gli insuccessi di altri".

Interpellato sul prossimo campionato di serie B, l'ex direttore sportivo di Siena e Palermo ha dato la sua speciale graduatoria: "La B va presa con lo spirito giusto, il mercato va valutato a fine agosto. Potrebbe esserci qualche outsider, ma vedo analogie benauguranti per il Bari: la squadra di Conte che vinse lo fece alla vigilia del cambiamento dei diritti televisivi e ora siamo all'alba di una nuova contrattazione per i diritti tv".