Due stagioni trascorse in completa apnea per Vincenzo Torrente: tra scandali, penalizzazioni ma anche tante soddisfazioni. Difficilmente l'ex tecnico del Bari dimenticherà quello che è riuscito a fare sulla panchina dei galletti. Oggi guarda la sua creatura compiaciuto, consapevole di aver scritto il proprio nome nella storia di questo club. 

A poche ore dal via, la redazione di TuttoBari ha parlato con il tecnico di Cetara proprio del nuovo Galletto, tra prospettive e ricordi indelebili, ecco cosa ha detto l'ex Gubbio ai nostri microfoni.

Buon pomeriggio mister. Oggi parte il campionato del Bari: una squadra completamente trasformata in gran parte dei suoi uomini e nel modulo, che stagione aspetta i galletti? "Sarà un torneo da protagonisti. La nuova proprietà ha allestito un gruppo che presentava comunque già delle solide fondamenta: Defendi, Caputo, Galano. Poi è arrivata gente come Donati. Un ritorno significativo quello del centrocampista scuola Atalanta. La sua esperienza potrà fungere da esempio per i tanti giovani della rosa: Minala e Wolski per esempio. Ci sono tutti i presupposti per disputare una stagione all'altezza del Bari e della sua tifoseria. I favori del pronostico dunque penderebbero dalla parte dei biancorossi ma aspettiamo che sia il campo a dircelo".

Lei ha citato alcuni giocatori della vecchia guardia. Chi tra questi potrà fare la differenza? "Sono ragazzi nel pieno della maturità. Cresciuti rispetto alla mia gestione e ora dopo tanti sacrifici possono godersi questo momento. Oggi quella che è ormai la spina dorsale del Galletto ha tutte la carte in regola per lottare alla conquista delle prime posizioni e poi sono particolarmente contento per Caputo, il suo rientro è l'acquisto più importante messo a segno dal Bari. Ma sottolineo che il segreto per raggiungere traguardi importanti è l'entusiasmo ritrovato dei tifosi, davvero fantastici: giocare davanti a pochi intimi non è la stessa cosa che vedere uno stadio colorato di biancorosso. Saranno loro la marcia in più".

Ricordando quegli anni e ciò che è riuscito a dare all'intero gruppo, cosa darebbe per allenare oggi il Bari? "A me dispiace essere capitato nel periodo più difficile, se non erro, della storia di questa gloriosa società. Con tutti i problemi annessi, dalla penalizzazione di 13 punti in due anni alla vicenda calcioscommesse, siamo riusciti con lo spirito giusto e le motivazioni comunque a conquistare la gente. Abbiamo valorizzato tanti giovani su un progetto tecnico-tattico che ha poi portato alla scoperta di giocatori che oggi sono gli idoli della tifoseria. E tuttavia mi preme sottolineare che non avrei potuto realizzare tutto questo senza l'aiuto di Angelozzi".

Infine le chiedo i motivi che l'hanno persuaso a lasciare la Puglia? "Prima di lasciare Bari ho fatto un tentativo, ma avevo perso quei punti di riferimento in Garzelli e Angelozzi (che stava per andare via per poi ripensarci, ndr). E' stata una situazione confusa e, al di là delle polemiche sorte in quel frangente, ho deciso di optare per altre scelte scendendo di categoria con la Cremonese. Una decisione che purtroppo non mi ha portato alle soddisfazioni che ho avuto qui. Ero e resterò sempre legato a tutto l'ambiente".

C'è tempo anche per un saluto? "Non posso che unirmi al coro che sta coinvolgendo la gente, finalmente unita e appassionata verso i colori della propria città, per cui dico: Forza la Bari".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 30 agosto 2014 alle 15:30
Autore: Fabio Mangini
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