Dal fallimento a rivelazione. Alla scoperta dell'Arezzo

Sarà l’Arezzo il primo avversario stagionale del Bari 2015/16 targato Nicola. Un incontro, quello in programma domani pomeriggio, che se da una parte fornirà i primi bilanci sulla preparazione estiva di Roccaporena, dall’altra inaugurerà un mini-ciclo di amichevoli che vedrà impegnati i biancorossi contro Gualdo (25 luglio) e Bastia (28 Luglio), prima del debutto ufficiale in Coppa Italia del prossimo 9 agosto.

Se i galletti hanno come obiettivo quello di migliorare quanto ottenuto sul campo nella scorsa stagione, per l’Arezzo invece il prossimo campionato di Lega Pro non potrà che essere all’insegna del consolidamento. Un percorso obbligatorio per una squadra che, neppure un anno fa, venne catapultata in terza serie quasi per caso.  Da diversi anni in Serie D dopo il fallimento avvenuto nell’estate del 2010, gli amaranto nella stagione 2013/14 avevano infatti perso gli spareggi promozione contro i siciliani dell’Akragas ed erano giunti in semifinale di Coppa Italia di categoria.  

Il successivo ripescaggio, che pure aveva portato un iniziale entusiasmo tra i toscani, venne poi accolto anche con enorme scetticismo. Ma i gol di Erpen (7 gol in 29 gare) e Bonvissuto – nonché la vivacità di capitan Millesi – hanno invece permesso all’Arezzo di disputare un campionato coi fiocchi, raggiungendo il nono posto finale e guadagnando il titolo di rivelazione del torneo.  Quarantanove punti che ad un certo punto hanno addirittura lasciato l’amaro in bocca, specie considerando il brusco calo delle ultime giornate.

Un miracolo sportivo che porta il nome anche di Ezio Capuano, vulcanico e grintoso allenatore salernitano. Strenuo assertore del 3-5-2, il tecnico etruro vanta numerose esperienze in Serie C  (Taranto, Juve Stabia, Nocerina, Messina), una promozione dalla D alla C2 con l’Altamura (stagione 1995/96) e perfino una breve esperienza estera coi belgi del KAS Eupen. “Salvo l’Arezzo e poi lo porto in B” – aveva dichiarato nella sua prima conferenza stampa in granata. Un obiettivo ambizioso quanto proibitivo, ma nel calcio mai direi mai. D’altronde, Frosinone e Carpi insegnano…