In molti hanno storto il naso al momento dell’acquisto di Franco Brienza. Diversi tifosi infatti, lo ritenevano un calciatore ormai usurato per il campionato cadetto. Nelle ultime settimane però, l’attaccante ha incantato la piazza barese con giocate d’alta qualità e reti di pregevole fattura.
Per scoprire ulteriormente l’ex Bologna, la redazione di TuttoBari.com ha intervistato Bepi Pillon. L’allenatore, oltre ad aver guidato i biancorossi, ha avuto Brienza come calciatore quando era sulle panchine di Ascoli (2002-03, in serie B) e Reggina (2008-09, in A).
"Sin da subito si potevano notare le sue grande qualità – ha esordito Pillon – ad Ascoli era giovane (ventidue anni, ndr) e arrivò per rinforzare una squadra che era appena approdata in serie B. Disputò un gran bel torneo. L’ho ritrovato qualche anno dopo a Reggio Calabria. La musica non era cambiata, anzi. Faceva la differenza, era uno dei calciatori più forti della rosa. Era sempre al servizio della squadra, in campo dava tutto. Era un ragazzo eccezionale e adesso sta facendo bene anche a Bari, nonostante l’età che avanza. È sempre lui!"
Qual è il segreto di Brienza? Come ha detto lei, riesce ancora ad essere decisivo.
"Per riuscire ad imporsi a livelli importanti a quasi 38 anni, vuol dire che ha sempre condotto una vita sana e che possiede qualità fisiche straordinarie. È un dispiacere che abbia quell’età, ha ancora doti tecniche eccezionali".
A Bologna si è scoperto anche mezz’ala: quell’arretramento gli ha permesso di allungare la sua carriera?
"In carriera ha svolto più ruoli: con me ha fatto la seconda punta ma poteva agire anche da terzo a destra in un tridente offensivo. Forse, col passare degli anni è migliorato tatticamente e così a Bologna è riuscito ad esprimersi anche in quel ruolo inedito. Penso che le sue qualità si vedano negli ultimi trenta metri – ha concluso Pillon – lì dove può trovare il guizzo vincente con un tiro in porta o il passaggio in profondità. È la classica seconda punta che permette ai suoi compagni di andare in rete".
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