Una superiorità a tratti schiacciante ma per riprendere il Pescara, in vantaggio su calcio di rigore, c'è voluto un gol di testa di De Luca, entrato nella ripresa per dare sostanza ad un attacco pericoloso ma incapace di trovare la via della rete, gonfiata dalla Zanzara. Prima dell'ingresso dell'ex Atalanta, biancorossi padroni del campo ma incredibilmente sciuponi sotto porta, con gli ospiti spettatori non paganti di una partita sbloccata dalla solita dormita difensiva da cui è di fatto nato il penalty che ha permesso ai delfini di punire Donnarumma, inoperoso per tutta la durata del match.

Questo, in sintesi, quanto successo al 'San Nicola' tra le due formazioni in causa. Quella di casa, rimaneggiata da alcune assenze, è uscita dal campo scura in volto. Dopo il ko di Varese, e alla luce del momento no del Pescara, i ragazzi di mister Mangia avrebbero infatti potuto e dovuto solo vincere. Il pareggio, purtroppo, non accontenta nessuno, nemmeno la classifica.

APPROCCIO Cosa manca a questo Bari? Domanda retorica: la difesa (a proposito, complimenti a Contini) sembra destinata a restare il vero grande limite di una squadra che a tratti riesce a produrre anche un calcio piacevole e costruttivo. Ma se la retroguardia non ha regalato sorrisi, con Rossini ancora una volta sui carboni, l'attacco ha dimostrato di non poter prescindere dai gol di Caputo. Se si inceppa il capitano sono guai per tutto il reparto, che non vanta in panchina nessuna vera alternativa al numero diciotto. Tutto qui? No, purtroppo no. Il vero difetto di questa formazione non sta nelle carenze tecnico-tattiche di alcuni suoi giocatori ma nella mancanza della famosa mentalità vincente. La squadra, infatti, stecca spesso l'approccio alle partite, aggredite solo dopo aver preso in faccia qualche bel ceffone. E' capitato già troppe volte in questo campionato con l'aggravante che, una volta passati in svantaggio, il massimo che si è riusciti ad ottenere è stato un pareggio ma mai la vittoria. 

Sezione: Copertina / Data: Mer 29 ottobre 2014 alle 10:00
Autore: Andrea Dipalo
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