Solitamente tre indizi fanno una prova, ma ci sono casi in cui ne bastano due. Non serve insomma un ulteriore tracollo difensivo del Bari per portare sul banco degli imputati il direttore sportivo Sean Sogliano, plenipotenziario biancorosso in sede di mercato. Infatti, se apparentemente possono sembrare misteriose le ragioni delle ultime due Caporetto, in realtà queste mettono in luce in modo lampante le precise responsabilità del dirigente. 

Partiamo da un dato. Nel match di ritorno contro l'Empoli, i galletti si sono schierati con una retroguardia a tre composta da Diakite, Oikonomou e Gyomber. All'andata, invece, linea a quattro composta da Fiamozzi, Tonucci, Capradossi e D'Elia. Due modi diversi per affrontare con esiti invariabilmente disastrosi una coppia d'attacco, quella formata da Caputo e Donnarumma, che col passare dei mesi ha perfezionato la propria affinità. Insomma, nelle settimane in cui il Bari decideva di resettare tutto, altrove si consolidavano schemi e partnership. Un così impietoso confronto fra improvvisazione e programmazione non poteva che dare esiti del genere. Per la cronaca: tra match di andata e match di ritorno Caputo ha fatto 3 gol, Donnarumma 2. In tutto il campionato CissèFloro Flores, NenèKozak, le quattro punte centrali del Bari, di gol ne han firmati 5 in totale. Impietoso.

Del tutto incomprensibile, a maggior ragione alla luce degli ultimi risultati, risulta dunque l'ennesimo mercato isterico dei biancorossi, ormai una costante dall'addio di Angelozzi. In questo caso stravolta è stata la retroguardia: via Fiamozzi, Tonucci, Capradossi, dentro Oikonomou, Empereur Balkovec (più Diakité, arrivato ad ottobre ma disponibile solo da gennaio): ma chi ha giovato questo ennesimo turbinio di uomini? Certo non Grosso, rintronato dalla necessità di rifare tutto da capo proprio in una fase della stagione in cui i margini di errore si riducono gara dopo gara. Ovvio che, affrontato come fosse un test amichevole d'agosto da cui trarre qualche indicazione, ogni scontro diretto si rivela oggi per Grosso una spietata cartina di tornasole. Cappotto contro l'Empoli, cappotto contro il Venezia. Ora Frosinone e Cremonese: oddio. Giusto per infierire: ma Fiamozzi, Capradossi e Tonucci che avevano fatto di male per meritarsi di essere scaricati come i più indifendibili bidoni?

Che fare dunque? Esonerare oggi o nelle prossime settimane Grosso sarebbe sinceramente patetico. Non resta che confidare nella sua capacità, se non di dare solidità alla squadra (non c'è riuscito sino a dicembre, non si capisce perchè dovrebbe riuscirci ora), per lo meno di restituirle un'anima e un cuore. Forse anche quest'anno il Bari non risulterà tra le migliori tre, ma che almeno si tenti di evitare l'ennesimo calvario. 

Sezione: Copertina / Data: Lun 05 febbraio 2018 alle 14:00
Autore: Diego Fiore
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