Ha compiuto diciotto anni domenica, li ha festeggiati in un locale di Bisceglie, la notte di sabato, dopo la gara con l'Avellino, assieme a pochi intimi. Ma già da mesi Joseph Minala ha accentrato su di sé i rumori del mercato e più di qualche copertina. Cresciuto in fretta, sul campo e non solo. Un'infanzia difficile, povera, in Camerun, di quelle tipiche che si vivono nei paesi come il suo. Poi l'arrivo in Italia come profugo politico in cerca di fortuna, sedotto e abbandonato dal Napoli in chiave tecnica ed ancor prima truffato, quella volta umanamente, da un finto agente che dopo averlo sradicato dall'Africa lo aveva scaricato, da solo, e senza alcun riferimento, alla stazione Termini. Il viaggio della speranza di Minala è iniziato così. Come in una pellicola di Tom Hanks. Da un'iniziale dimensione di smarrimento e incubo, trasformatasi poi in riscatto. Sempre in bilico tra il passato, con i suoi pesanti ricordi, ed il futuro, tutto da vivere ed attaccare.

LA SVOLTA - Lo accoglie dapprima una casa famiglia come tante, poi la Città dei ragazzi, la comunità calcistica amatoriale che per prima in Italia, esattamente nella Capitale, ha osservato i suoi movimenti sportivi. Nel 2012 passa alla Vigor Perconti, poco prima conosce quello che sarà il nuovo presidente federale Tavecchio. Minala deve molto all'ex numero uno della Lega Dilettanti tanto che dopo le recenti contestatissime frasi del settantenne dirigente, è stato proprio il neocentrocampista biancorosso a schierarsi dalla sua parte: "Non ho alcun motivo di sentirmi offeso. Se c'è qualcuno a cui devo qualcosa nella mia carriera calcistica è proprio lui che mi ha dato modo di testare le mie capacità con i dilettanti". Nel 2013 Minala vince il Torneo delle Regioni nella rappresentativa del Lazio e si guadagna l'esperienza che gli ha svoltato la vita, alla Lazio. Fiducia, rispetto, serenità, da pochi giorni un contratto lavorativo pluriennale con i biancocelesti, da professionista. Quasi la chiusura del cerchio. Ingredienti necessari per qualsiasi adulto, figuriamoci per un ragazzo poco più che adolescente.

CAOS ETA' - Il grande enigma scoppia a fine inverno, a febbraio. Si dice che Minala abbia una forte personalità, matura, e che questa, di fatto, abbia chiari indizi anche sul suo corpo, più possente e delineato rispetto a quello dei suoi coetanei. Dal Senegal spuntano dichiarazioni shock: "Ho 42 anni, non 17", le parole attribuite erroneamente al centrocampista. Lui smentisce, la Figc apre immediatamente un'inchiesta, la chiude a Maggio, archiviando il caso. Nel frattempo Minala non si scompone, vince e convince, da titolare, nella Primavera di Simone Inzaghi.

IL NUOVO PROCURATORE - Speciale e importante nella formazione del ragazzo. Diego Tavano è un po' come il fratello maggiore di Minala, cura i suoi interessi legali ma segue anche i suoi spostamenti. Sa di avere un assistito particolare e lo segue ovunque, dagli allenamenti allo stadio. C'è affetto prima ancora che rapporto professionale. Scattano foto abbracciati, sia alla partenza che all'arrivo, in ogni appuntamento. Tavano ha parlato a lungo col ragazzo nelle scorse settimane consigliandogli di accettare un'esperienza in B. Minala, è comprensibile, pensava di non lasciare mai più la Lazio, questione di riconoscenza: nessun tradimento, gli hanno assicurato, convincendolo a trasferirsi provvisoriamente in Puglia.

BARI - Sabato al San Nicola c'era anche lui. Quasi 15mila persone non saranno state una novità per uno che già ha fatto capolino all'Olimpico ma dell'emozione, comprensibile, è spuntata anche sul volto apparentemente imperturbabile del ragazzo. Lo ha accolto Paparesta in persona, da poche ore anche l'ufficialità. Fiducia, rispetto e serenità, le tre parole magiche che hanno svoltato la vita di Minala lo accompagneranno anche in biancorosso per lanciare ulteriormente una carriera oggi, dopo tanti sacrifici, finalmente in ascesa.

Sezione: Copertina / Data: Lun 25 agosto 2014 alle 16:30
Autore: Davide Giangaspero
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