Quanto tempo occorre per giudicare un allenatore? Per Cosmo Giancaspro Roberto Stellone ha esaurito il suo credito dopo appena tredici giornate di campionato. L'esonero dell'ex tecnico del Frosinone, forte di un contratto biennale e di una situazione in classifica non esaltante ma allo stesso tempo recuperabilissima, è stata una scelta che l'imprenditore molfettese ha preso "per il bene del club". Una scelta, da qualsiasi lato la si voglia vedere, molto dolorosa. Sia perchè ha di fatto sconfessato quella che è stata una delle sue prime decisioni da quando, a giugno, è diventato il nuovo proprietario del Bari sia dal punto di vista economico. Giancaspro ha sempre parlato di controllo dei costi, di ricavi che avrebbero dovuto essere superiori alle perdite e che sarebbero stati effettuati investimenti oculati. Il pensiero di dover sborsare fino al 2018 una cifra vicina ai seicentomila euro per Stellone e i suoi collaboratori, da sommare a quanto dovrà ora corrispondere al nuovo tecnico e al suo staff, non lo rende di certo felice. Ma evidentemente non si poteva più aspettare. L'arrivo di Colantuono è la dimostrazione di come il club biancorosso punti a raggiungere quanto prima la promozione. Provando a dare un'accelerata a quel piano triennale/quinquennale, annunciato in estate e ribadito qualche settimana fa, attraverso il quale si voleva provare a raggiungere il massimo campionato. Piano che prevedeva che il Bari dovesse sì sempre lottare per le prime posizioni ma senza l'obbligo di doverci arrivare subito. E che era stato accettato senza battere ciglio dalla tifoseria che aveva confermato lo stesso numero di abbonamenti e lo stesso calore, in termini di presenze in trasferta, pur senza le manie di grandeur alle quali era stata abituata nel precedente biennio.

Il fatto che adesso non ci si possa più nascondere lo dimostra anche il curriculum del 54enne romano. Con più di cinquecento panchine tra Lega Pro, Serie B e Serie A, più di duecento vittorie, tre promozioni, due play-off persi, Colantuono non viene a Bari per lottare per la salvezza. Dopo anni in cui ci si è affidati a tecnici esordienti o semiesordienti stavolta la società ha voluto mettere sotto contratto un decano per la categoria che dovrebbe portare in dote un bagaglio d'esperienza che ne Mangia, ne Nicola, ne Camplone, ne lo stesso Stellone potevano assicurare. Basterà per risalire la china? No di certo. Perché a scendere in campo non è Colantuono ma sono i giocatori. Il precoce addio di Stellone, che pure godeva del favore della piazza, responsabilizza ulteriormente un gruppo che nelle disastrose trasferte di Novara e Latina, al netto degli errori tattici e di formazione commessi dal tecnico, non ha fatto tutto il possibile per salvare il suo allenatore. E che adesso, oltre che con Colantuono e con una piazza che non perdonerà più nulla, dovrà vedersela con tre avversari di grosso calibro come Spezia, Carpi e Verona. Forse i migliori contendenti che potessero capitare per verificare chi può essere utile alla causa e chi no. 

Sezione: Copertina / Data: Sab 12 novembre 2016 alle 20:00
Autore: Francesco Serrone
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