Anche la flebile fiammella evocata da Stefano Colantuono si è spenta.

Di fronte a un Ascoli motivato, ma non trascendentale, la formazione biancorossa ha denotato le debolezze degli ultimi mesi: difesa fragile, centrocampo impalpabile, attacco sterile. E' apparso francamente impossibile che una squadra capace di realizzare una sola rete (su rigore, per giunta) in sette gare potesse pensare di insidiare l'ottava posizione. Certo è anche che per segnare, si dovrebbe prima arrivare a tirare verso la porta: e invece al San Nicola, anche oggi, il portiere avversario non ha dovuto compiere alcun intervento per fermare le avanzate di Galano e compagni. Questo score non sarebbe bastato neanche per la salvezza, raggiunta (per fortuna) già qualche settimana fa.

E il tifo biancorosso ha sentenziato: è Stefano Colantuono il principale colpevole di questo fallimento sportivo. L’ex allenatore di Atalanta e Udinese, in confusione totale da un mese, è la più grande delusione di quest’annata amara per i tifosi del Bari, costretti per la terza stagione consecutiva ad ammirare la feste altrui: quest’anno toccherà alla Spal, autrice di un piccolo miracolo, frutto di programmazione certosina e competenza. 

Al presidente Giancaspro e al direttore sportivo Sogliano (in odore di riconferma) il dovere raccogliere i mille cocci di una stagione tribolata, inspiegabile sotto diversi aspetti. Cosa è successo dopo le belle prestazioni contro Benevento e Brescia? La lunga successione di infortuni non può essere un alibi, soprattutto per una società e un allenatore che al termine del mercato invernale avevano dichiarato di non aver lasciato nulla al caso per cercare la scalata verso i piani alti della serie B. E meno male…

Sezione: Copertina / Data: Dom 14 maggio 2017 alle 17:30
Autore: Gianluca Sasso
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