La novità è che il coma c'è ed ormai profondo. Nemmeno la superiorità numerica, e il fin qui premiante fattore casalingo, hanno animato un Bari forse a questo punto davvero irrecuperabile. Contro un Verona non certo irresistibile (e in dieci per tutta la ripresa), la squadra di Colantuono ha confermato il blocco complessivo, sbriciolando ulteriore ambizione attorno al suo mediocre campionato. Vien da chiedersi cosa passi effettivamente nella testa di una squadra che ha nuovamente cannato la fase difensiva concedendo due reti sì fortemente volute dagli scaligeri, ma ancor più frutto di tanta timidezza da parte del duo centrale e di terzini praticamente inesistenti, tutti curiosamente confermati a livello di pacchetto come se le precedenti esibizioni, sempre con loro, fossero andate molto meglio. Che poi, nemmeno gli estemporanei germogli di speranza sono in questo momento apprezzati da chi dovrebbe se è pur vero che assai frettolosamente è stato tirato fuori dal campo il migliore della prima ora di gara, Martinho, a vantaggio di un Parigini in chiara crisi d'identità, capace di entrare e farsi notare soltanto per due falli e un rosso. Decifrare cosa frulli nell'emisfero biancorosso è comunque pratica assai impervia perché tanto negativa quanto mal raccontata da chi, da settimane, continua a difendere la tenuta di una squadra allo sbando. Se è già antipatico maturare considerazioni in regime di coerenza, figuriamoci quando anche questa va a farsi benedire sull'altare di un atteggiamento ottuso e autolesionistico. Il Bari oggi è un film di scarsissimo livello che qualcuno osa presentare addirittura come decoroso. Un massacro al buon senso. Una schifezza, calcisticamente.

Sezione: Copertina / Data: Sab 22 aprile 2017 alle 17:30
Autore: Davide Giangaspero
vedi letture
Print