Bari, tutti parlano di te. Ma è normale. Ricordi gli scorsi anni?

Al terzo anno di Serie C, il Bari sembra essere finalmente ben indirizzato verso quel traguardo chiamato serie B. Il vantaggio di cinque punti dal Monopoli e di sette dalle altre contendenti di maggior valore quali Catanzaro e Palermo, lascia ben sperare. Mentre i biancorossi guardano tutti dall'alto, le rivali cercano con ogni mezzo a propria disposizione di recuperare terreno e destabilizzare l'ambiente. Non solo sul campo, ma anche con la dialettica.

C'è chi guarda le partite del Bari e sostiene che Mignani e i suoi ragazzi meritassero un pareggio piuttosto che una vittoria, c'è chi dice che il Bari vince ma non abbia mai dominato, c'è chi ritiene invece che nonostante un successo i galletti non debbano avere la convinzione di essere i più forti. Poi ci sono gli addetti ai lavori, divisi tra chi sostiene che questa squadra non potrà fare il cammino della Ternana o della Reggina e chi invece scommette che questo sia l'anno dei biancorossi.

Insomma, il Bari è sulla bocca di tutti. Ed è normale che sia così, ci mancherebbe. Sono gli oneri della capolista. Perché essere primi, dominare, essere equilibrati e focalizzati esclusivamente al campo, comporta onori e anche qualche corvo che da dietro le quinte gracchia. Come detto, Pucino e compagni non ascoltano questi ammalianti canti delle sirene, ma, per fortuna, lavorano sodo in cerca di conferme la domenica, dimostrando tutta la propria forza sul terreno di gioco.

Non bisogna, dunque, sorprendersi o innervosirsi. Del resto, negli ultimi due anni è capitato lo stesso alla Reggina e alla Ternana. Quante volte i tesserati biancorossi hanno proferito la spasmodica frase 'prima o poi calerà', oppure 'sono in un momento fortunato', o ancora 'hanno anche dei vantaggi, rigori agli ultimi minuti o partite anticipate al sabato'. La storia poi ha raccontato di battistrada capaci di creare un solco dalle seconde non indifferente ed un Bari rimasto col cerino in mano, venendo eliminato ai playoff in entrambe le occasioni. Il segreto è sempre lo stesso: testa al campo e orecchie tappate.