Vivarini non ha la bacchetta magica e in mezzo allenamento non poteva certamente cambiare le sorti del Bari per la sfida contro il Monopoli.
Tra le poche note liete della partita di ieri c'è l'atteggiamento della squadra nei primi quarantacinque minuti: decisamente gagliardo. Un primo tempo in cui, seppur si è visto il solito Bari senza nessuna trama di gioco, la squadra ha lottato e con l'aggressività ha gestito senza affanni la prima metà di gioco. Vivarini si è messo giustamente a specchio, senza stravolgere quei concetti che la squadra aveva: 3-5-2 con i soliti noti, le novità Bianco play davanti la difesa e D'Ursi ad affiancare bomber Antenucci.
Il nuovo mister biancorosso ha chiesto palla a terra, fraseggi corti e linearità di gioco. Messaggi recepiti fino al gol del vantaggio, perchè poi il Bari si è iniziato a disunire complici anche le gambe pesanti e una forma fisica pessima; e così pian piano ha lasciato il pallino del gioco al Monopoli. La riprova è stata la ripresa dove il Bari, tranne che per un tiro di Costa, non ha mai impensierito l'estremo difensore ospite, ma soprattutto è crollato mentalmente e fisicamente. Se non ci fosse stata la prodezza di Marfella e il fischio dell'arbitro ad annullare il gol di Piccinni saremmo a commentare una nuova sconfitta. A nulla sono valse le sostituzioni che non hanno per niente inciso.
Vivarini più di così non poteva fare. Nella conferenza odierna il mister ha dato tanti spunti interessanti, che aprono tanti scenari per il futuro. Primo di tutto ha subito focalizzato il problema di questo Bari, e quindi ne conosce la cura. Lavorare, lavorare e lavorare. Inoltre iniziare a dare un po' di gioco alla squadra, un po' di tattica. Quanto tempo ci vorrà non è dato a sapersi, del resto lui è subentrato in corsa per la prima volta nella sua carriera e quindi i tempi non può conoscerli. Nel frattempo il campionato va avanti e dopo sei giornate il Bari è a meno cinque dalla vetta. Tempo ancora ce n'è, non in abbondanza, ma il minimo necessario per preparare il trittico di partite fondamentali con Ternana, Catanzaro e Catania che diranno molto sulle reali ambizioni di questo Bari. Allora, in vista di questo, cosa aspettarsi?
Sicuramente non si può andare avanti con questo sterile 3-5-2. Visto il pessimo momento di forma, il parco attaccanti in rosa e la mancanza di alternative in difesa Vivarini ha già in mente di impostare la squadra su altri dettami tattici. Certo, sono i giocatori a fare il modulo e non viceversa, ma è palese come questa squadra sembra poter puntare su una difesa a quattro e un centrocampo a tre, escludendo i moduli con solo i due mediani. Antenucci ha bisogno di qualcuno con cui giocare in coppia, quindi la soluzione adatta potrebbe essere il 4-3-1-2, che Vivarini conosce a menadito. Vero è che i tanti esterni continuerebbero ad essere penalizzati, però potrebbero essere un'arma da giocare nella ripresa per spaccare le partite o adattarsi come da trequartisti. Al mister il compito di valorizzare la squadra e risalire la china.
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