L'ultima promozione in A del Bari compie, in questa stagione, sedici anni. Un'eternità per la piazza barese che aspetta, da quel momento, un nuovo sussulto in serie cadetta. Per celebrare quell'incredibile annata, la stagione 2008-09, abbiamo intervistato i protagonisti di quel campionato. Il secondo della nostra rubrica è Emanuel Rivas, centrocampista del Bari dal 2008 al 2012. Nella sua lunga militanza in Puglia ha vestito la maglia dei galletti 75 volte, segnando sei gol.
Sulla sua esperienza in Puglia: "Quando parlo di Bari mi vengono in mente solo bei ricordi e, soprattutto, le mie migliori stagioni da calciatore. Ho vinto il campionato con i galletti al primo colpo, appena arrivato. Il flash che mi rimane è il giorno della promozione: tornammo a Bari, da Piacenza, e in concomitanza ci fu anche la festa di San Nicola. Una festa nella festa, qualcosa che non si è più ripetuto. Le strade erano piene di gente e c'era una gioia contagiosa".
Sui gol realizzati a Bari: "Ricordo il primo gol con particolare affetto, col Mantova. Nel corso della mia esperienza credo che i più importanti siano stati in A, contro l'Atalanta e contro la Fiorentina. Anche nel match contro il Milan, in casa dei rossoneri, espressi un ottimo livello di gioco. Avremmo meritato la vittoria".
Le analogie tra Argentina e Italia: "Il calore della gente del Sud Italia è paragonabile a quello argentino. Ho giocato anche al Nord ma ho trovato più affetto e passione nel Meridione. Giocare a Bari mi ricordava un po' casa mia: uscivo di casa e tutti mi salutavano o mi volevano offrire qualcosa".
La svolta della stagione: "Io credo che la partita della svolta sia stata a Pisa: i toscani erano una squadra molto tosta ma noi segnammo nei primi minuti con Guberti e poi gestimmo la gara. Lì ho avuto la sensazione che avremmo potuto farcela".
Su Conte: "Conte era un allenatore diverso, voleva sempre vincere. Si percepiva che era fatto di una pasta diversa rispetto ad altri mister. Ti faceva capire quello che voleva e ti trascinava semplicemente con le sue parole e con la sua grinta. È un leader nato".
Sui compagni con cui è ancora in contatto: "Io sento ancora Donda, siamo entrambi argentini e ci teniamo in contatto. Ranocchia è un mio grande amico, mentre con Barreto siamo in buoni rapporti. Posso dire, senza essere retorico, che quell'anno avevamo davvero un bel gruppo. Ogni settimana si andava a cena insieme e ci si legava in maniera intima. Non è capitato spesso nelle altre squadre in cui ho giocato".
Sul suo rapporto con Bari: "Nel capoluogo pugliese sono tornato qualche volta e sono sempre stato accolto da un affetto travolgente. Fa piacere rimanere nel cuore delle persone anche a distanza di qualche anno".
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