Su questa pazza Serie B spira forte un ostro, il classico vento del Sud. La fotografia di questo primo scorcio di campionato parla, infatti, di un dominio delle meridionali Bari e Reggina, realtà che racchiudono dentro di sé un popolo che abbraccia chilometri e chilometri di tifo e passione. E alzi la mano chi avrebbe potuto pronosticare un tale scenario, per due squadre che, senza alcun dubbio, erano date dagli addetti ai lavori come candidate alla zona salvezza.

Due mesi dopo il mondo e capovolto. Con 18 punti in otto giornate, amaranto e biancorossi sogghignano in vetta alla classifica, guardando tutti dall'alto. Un capolavoro dipinto dai mister Inzaghi e Mignani, giovani rampanti che hanno plasmato due gruppi prima che due squadre. Due tecnici che fanno dell'equilibrio il loro mantra, del non esaltarsi quando le cose vanno bene e del non deprimersi quando i periodi sono meno belli.

Ma anche due uomini che ribadiscono a più riprese la forza delle seconde linee, elementi imprescindibili in ogni gruppo che ha degli obiettivi. E quelli di Bari e Reggina erano e sono tutt'oggi simili: mantenere la categoria. Lo ripetono a perdifiato in ogni occasione: in questo momento, guardare la classifica è un esercizio monotono. Vivono di concretezza, di lampi e di passione, quella di due popoli ribelli che stanno inondando ogni stadio d'Italia.

E sul campo sono le difese avversarie ad essere sommerse di reti. Bari e Reggina hanno i migliori attacchi del campionato, spirito di squadre che vogliono imporre sul campo la propria forza. Da una parte la floridità della coppia gol Cheddira-Antenucci, oltre alla fisicità dirompente di Folorunsho, per due anni caposaldo della squadra calabrese. Dall'altra i colpi di genio di un eterno Jeremy Menez, oltre alla verve dei ragazzi terribili Fabbian e Pierozzi. Tutti protagonisti di un inizio di stagione da urlo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 10 ottobre 2022 alle 20:30
Autore: Claudio Mele
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