Nel cuore delle Alpi, dove il verde dei monti incontra l’ansia della zona calda di Serie B, in questa Pasquetta 2025 sulla brace c'è anche il Bari che si prepara a una partita che, a dispetto della classifica, ha un peso che va ben oltre i tre punti. Al Druso di Bolzano il margine d’errore è azzerato. Non ci sono più appigli, più scuse, più margini per la timidezza: è il momento di dimostrare chi si è davvero.
Perché il Bari è superiore, su questo pochi dubbi. Lo dice la rosa, lo dicono le qualità tecniche, lo suggerisce anche il cammino intrapreso da quando Longo è alla guida. Ma adesso è il momento di smetterla con le mezze prove: questa superiorità va mostrata, affermata, sbattuta in faccia agli avversari. E va fatto con la cattiveria e la lucidità delle grandi squadre. Quelle che non si accontentano mai, nemmeno quando sono in trasferta contro un Südtirol disperato di punti.
Per i biancorossi, le pressioni non riguardano solo la rincorsa ai playoff. C’è qualcosa di ancora più urgente: la salvezza aritmetica. Un paradosso, se si guarda al valore dell’organico, ma è così. Il Bari è a 44 punti, la soglia “salvezza sicura” in B solitamente è attorno ai 45-46. In pratica manca poco, ma la matematica non è ancora dalla parte del Galletto. E allora sì, questa partita vale doppio.
Il Südtirol, infatti, è a pari punti con la Sampdoria, oggi sedicesima, e quindi prima squadra fuori dai playout. Vincere significherebbe scavare un solco, avvicinarsi alla salvezza matematica e, nel frattempo, dare una mano a una piazza gemellata come quella blucerchiata. Ma soprattutto, significherebbe respirare. Liberarsi del peso dell’ansia. E guardare finalmente avanti, verso quella zona playoff che, seppur affollata, resta alla portata.
Il campo racconterà una storia di motivazioni: da una parte un Südtirol che gioca per non morire, dall’altra un Bari che non può permettersi di sopravvivere soltanto, ma deve cominciare a dominare. La squadra di Castori è compatta, coriacea, difficile da perforare. Ma dietro balla, e se Falletti, Lasagna e compagni troveranno il modo di accendersi – e di farlo con continuità – la luce potrebbe abbagliare anche Bolzano.
Longo avrà bisogno della maturità dei suoi uomini chiave: i chilometri di Maita, l’equilibrio di Maiello, la freschezza di Dorval e soprattutto l’intelligenza di chi sa che queste partite non si vincono solo con i piedi, ma anche con la testa. Serve controllo, ma serve anche fame.
Il Südtirol di Fabrizio Castori si affiderà a un collaudato 3-5-2, marchio di fabbrica del tecnico marchigiano, che predilige compattezza difensiva, densità in mezzo al campo e verticalizzazioni rapide. In difesa, Veseli sarà il leader di un reparto completato da Giorgini e Pietrangeli davanti ad Adamonis, in una linea che fa dell’aggressività e dell’anticipo la sua principale forza.
Sulle fasce, Davi e Molina garantiscono corsa e copertura, con licenza di spingere solo quando il contesto lo permette. In mezzo, i muscoli di Martini si combinano alla qualità di Praszelik, ma soprattutto alla regia avanzata di Daniele Casiraghi, l’uomo più talentuoso della squadra: rifinisce, imposta, si inserisce e calcia. Tutto passa dai suoi piedi. In attacco, la coppia Odogwu–Merkaj è fisica e imprevedibile. Il primo è un ariete che tiene impegnati i centrali e fa salire la squadra, il secondo una seconda punta mobile, spesso letale quando trova spazio tra le linee.
Il Südtirol non cercherà il dominio territoriale, ma sfrutterà ogni errore del Bari per ribaltare l’azione con verticalizzazioni rapide. Per i biancorossi sarà essenziale limitare Casiraghi, schermare la prima costruzione e difendere con ordine nelle transizioni: basterà un attimo di disattenzione per ritrovarsi in inferiorità numerica. E il Druso, in quelle situazioni, sa farsi sentire.
Perché, alla fine, questa è una sfida che decide l’identità di un gruppo. Sei una squadra che si accontenta di vivacchiare in Serie B, o sei una che ha ancora voglia di salire? Il Südtirol ti dà una risposta. Ma prima, tocca al Bari fare la domanda. E farlo con la prepotenza di chi sa di valere di più. E ha finalmente deciso di dimostrarlo.
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