Il gladiatore sta male. Lo svedese Klas Ingesson, 41 anni ad agosto, ex calciatore di Bari, Bologna e Lecce nella seconda metà degli anni 90, lotta in questi giorni contro un avversario insidioso, molto più di quelli con cui era abituato a misurarsi sul campo. Stavolta c'è da battere un mieloma, un tumore maligno del midollo osseo. Di notevole stazza, Klas è sempre stato generosissimo, sia nel rettangolo di gioco sia fuori. Contattato telefonicamente in Svezia (precisamente vicino Norrköping, a circa 160 chilometri da Stoccolma, dove c'è la struttura ospedaliera nella quale si sta curando), esordisce con la proverbiale irruenza: «Sì è vero, mi sono ammalato, cazzo».
«TUTTO È COMINCIATO UN MESE FA» - Nelle parole la rabbia traspare, ma i toni sono pacati. Forse è il piacere di sentire qualcuno che gli ricorda i bei momenti del passato. Più probabilmente è la speranza che i medici gli hanno dato: «Per fortuna mi dicono che non è una forma grave. Anche se è pericolosa. Ma si può curare. Ho cominciato il trattamento di chemioterapia. Lunedì ritorno per il secondo ciclo. Ne devo fare tre, inizialmente. Poi dovrei fare un trapianto di cellule staminali. Tutto è cominciato un mese fa. Mi sentivo stanco a tal punto da dormire 15-16 ore al giorno. Poi ho avvertito dolori alla schiena. Allora ho deciso di ricoverarmi per gli accertamenti. Mi ha spinto anche mia moglie Veronica (la coppia ha due figli, ndr). Quattro giorni fa è arrivato l'esito».
I TIFOSI INCREDULI - Su Internet la notizia, rimbalzata dalla Scandinavia, ha avuto un'eco enorme. I tifosi pugliesi ed emiliani erano increduli sia per l'attaccamento sia per come fosse paradossale che un uomo dal fisico così possente potesse essere coinvolto in questa brutta storia, in cui soltanto lo sfondo è da fiaba. Perché il vichingo, così lo chiamavano in molti, aveva lasciato l'Italia per tornare nei boschi di Odeshog, cittadina della Svezia meridionale posta sul lago di Vattern, proprio a metà strada tra Stoccolma e Goteborg. Klas ricorda quando qualcuno storse il naso per aver scelto il Bologna andando via da Bari. Lo fece per guadagnare di più in modo da tornarsene a casa e incrementare gli ettari di proprietà.
«SIETE GENTE DI CUORE» - «Il bosco è la mia vita, ho continuato a tagliare la legna dopo essere rientrato. Poi mi diletto a sparare nel poligono con il mio fucile. Nello stesso tempo, aiuto i miei amici dell'Helsingborg», a un tiro di schioppo dal confine con la Danimarca. «Osservo, segnalo qualche talento, ma non più di tanto. Si può dire che ho abbandonato il calcio, anche se i ricordi restano e sono indelebili. I tifosi mi pensano con affetto? Mi fa davvero piacere. I siti Internet parlano di me? Per me è impossibile dire qualcosa sulla stima e l'amicizia che ho trovato a Bari, Lecce e Bologna. Voi siete gente di cuore, gente calorosa».
«A BOLOGNA IL CAMPIONATO MIGLIORE» - Klas dimentica il presente e si lascia andare: «Sicuramente è a Bari che sono diventato un calciatore vero. Arrivai nel capoluogo pugliese nel 1995. È da voi che sono maturato (anche se partecipò al terzo posto della Svezia al Mondiale del 1994 negli Stati Uniti, ndr). Venivo dall'Inghilterra, dallo Sheffield Wednesday (ha giocato anche nel Goteborg, nel Malines e nel PSV Eindhoven, ndr), ma non ero arrivato ai livelli toccati poi in Italia. Il momento migliore fu quando Fascetti mi diede la fascia di capitano. Io gli dissi: mister, ma non parlo l'italiano. Fa niente, mi rispose: fallo col cuore».
«SPERO DI VEDERE IL DERBY IN A» - La serie B, al contrario, ha già emesso il primo verdetto: il Bari è tornato in serie A. «Ho saputo della grande festa, sono davvero molto felice del ritorno in massima serie. Speriamo di vedere il derby anche il prossimo anno. Lo auguro a tutti i pugliesi. La rivalità va bene, ma fino a un certo punto. Avete visto Conte come è amato? Ricordo che quando giocavo nel Lecce e venni a Bari ci fu qualcuno che mi chiamò e disse: ciao capitano, come stai? Capisci, nonostante fossi un giallorosso, mi consideravano ancora uno di loro».
«SALUTI A TUTTI I PUGLIESI» - Poi Klas Ingesson ha smesso di fare il calciatore. Il richiamo del bosco era troppo forte. Adesso c'è un altra partita da vincere. «Mi raccomando, salutami tutti. Puoi dire loro che ce la metterò tutta. Sai, in questo caso il nostro carattere, un po' più freddo del vostro, aiuta. È una sfida che posso vincere. Sarà il trofeo più grande». In bocca al lupo Klas e grazie anche a papà Leif . Ha capito quanto fosse grande l'amore degli appassionati italiani e non si è opposto alla nostra richiesta di contatto. Ciao Klas. Ci risentiamo presto e ci raccomandiamo: i gladiatori non mollano mai.
Autore: Andrea Dipalo
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